Pogacar sul pavé della Roubaix, Tafi: «Lascia aperta una porta già per quest’anno»

Tafi
Andrea Tafi in una foto d'archivio al Giro d'Italia
Tempo di lettura: 2 minuti

Le immagini di Tadej Pogacar che sfreccia sulla sua Colnago, domando le pietre della Foresta di Arenberg, hanno fatto sognare subito i tifosi di tutto il mondo. C’è la possibilità di vederlo già quest’anno alla Parigi-Roubaix? Il team manager Matxin ha subito spento gli entusiasmi, ma secondo molti addetti ai lavori, la sua presenza in ricognizione sul pavé non può essere casuale. Andrea Tafi, che di Roubaix se ne intende, ne è sicuro.

«Non dico che la farà già questo aprile – spiega Tafi – Ma sicuramente vorrà lasciarsi una porta aperta. Dicono fosse lì per la ricognizione del Giro delle Fiandre e della Gand-Wevelgem, ma alla Foresta di Arenberg non ci arrivi per caso, devi scegliere di andare lì. Ecco, lui è andato sui tratti più impegnativi della Roubaix perché nel caso in cui decidesse ad aprile di voler partecipare, sa già cosa lo aspetta».

Certo, inserire anche l’Inferno del Nord in un calendario già ricchissimo non è semplice. UAE Tour, Strade Bianche, Milano-Sanremo, E3, Gent-Wevelgem, Giro delle Fiandre, Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi condiranno i suoi primi mesi dell’anno.

«Fare Fiandre e Roubaix, significherebbe rinunciare alle Ardenne – analizza Tafi – Le pietre ti “massacrano” e non ti permettono di essere al via di altre tre corse nelle due settimane successive. Però i calendari si preparano e possono essere sempre modificati, non ci sono mai delle tappe obbligatorie. Certo, la squadra tende a tutelarlo…».

Nel corso degli anni abbiamo visto come gli uomini di classifica dei grandi Giri non si siano mai realmente confrontati con le classiche del pavé. Si pensa sia troppo rischioso.

«Questo è l’unico ostacolo – spiega il campione toscano – Lui, per come è fatto, la farebbe già quest’anno. È un corridore che in bici si diverte, vuole sempre provare nuove corse, trovare nuovi stimoli. Chi lo frena, giustamente, è la squadra, che non vuole metterlo in pericolo quando davanti c’è una stagione così importante. Una caduta alla Roubaix rischia di farti fermare a lungo».

Ma nel caso in cui un giorno volesse provarla, Pogacar potrà davvero lottare per la vittoria? Secondo Tafi, un corridore come Tadej non ha alcun limite: può vincere ovunque.

«Venti-trenta anni fa avrei risposto di no – sorride – Le differenze di peso con gli uomini da classiche e la sua scarsa attitudine a correre sul pavé avrebbero reso il compito molto più difficile. Oggi, però, il ciclismo è diverso. Sono cambiati i mezzi, l’equipaggiamento, gli pneumatici. Diciamo che è “più semplice”, per usare un eufemismo».