Mohoric: «Obiettivo Fiandre e Roubaix. Lo sterrato al Tour non mi convince»

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Matej Mohoric in una foto d'archivio alla Milano-Sanremo 2022
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Matej Mohoric viene da un’ottima stagione nella quale ha vinto tanto. Sette i successi del corridore della Bahrain-Victorious, tra i quali spiccano la 19ª tappa del Tour de France e la classifica generale del Giro di Polonia. Il classe ’94, però, non è mai riuscito a conquistare una corsa di un giorno, mancando soprattutto l’appuntamento con le classiche Monumento. Lo sloveno è infatti cresciuto molto di condizione nella seconda parte dell’anno, trovando tutte le vittorie da metà giugno in poi.

Per il 2024, però, il corridore della Bahrain-Victorious ha due appuntamenti che non vuole mancare: «Per il nuovo anno ho due grandi obiettivi: il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix. Per me vincere la Sanremo è stato il coronamento di un sogno, ma il Fiandre e la Roubaix sono traguardi ancora da tagliare. Quindi sono concentrato su soprattutto su quelli», che detto il 29enne di Kranj a Cyclingnews.

Lo sloveno vuole anche tornare al Tour de France per puntare alla quarta vittoria di tappa, dopo le due ottenute nel 2021 e quella vinta quest’anno: «Tornerò al Tour per vincere altre tappe, quindi spero ci siano tante opportunità per le fughe di arrivare. Non ho ancora guardato bene il percorso, so che c’è la tappa con gli sterrati, ma non penso solo a quella. Certo, so che quando c’è lo sterrato c’è sempre confusione; io avrò il lusso di non dover pensare alla classifica generale e potrò prendere qualche rischio in più».

L’ultimo successo stagionale Mohorič non lo ha ottenuto su strada, ma al Mondiale Gravel (corso in Italia), dimostrando di essere un corridore che sullo sterrato sa guidare bene la bici. Anche lui, però, ha dei dubbi sulla scelta degli organizzatori della Grande Boucle di mettere lo sterrato nella frazione di Troyes: «Non sono convintissimo che sia una cosa giusta mettere lo sterrato al Tour. Alla fine stiamo parlando di ciclismo su strada. Capisco quindi che i miei colleghi che guardano alla classifica generale non siano felici. Loro impiegano mesi di lavoro per preparare il Tour e poi una foratura o una caduta possono cancellare o comunque limitare le loro possibilità. È una situazione spinosa, non sono sicuro che il Gravel abbia il suo posto in una corsa di tre settimane».

Lo sloveno, però, cerca anche di capire la scelta fatta dagli organizzatori del Tour: «Magari chi organizza la corsa potrebbe pensare di non far valere quella tappa nella classifica generale. Però è anche vero che la vittoria finale di un grande Giro è un premio per il corridore più completo del gruppo. Quindi, direi che è una discussione aperta».