Non aveva voluto parlare con i giornalisti nell’immediato dopo tappa, la sera però Remco Evenepoel ha postato su Instagram le sue impressioni dopo la debacle del tappone, cominciata addirittura sull’Aubisque. «Il serbatoio era semplicemente vuoto. Se fai tutto quello che puoi, non dovresti avere rimpianti dopo. Vorrei ringraziare la mia squadra per il supporto. Sono rimasti al mio fianco tutto il giorno. I lupi non si arrendono mai».
Anche Patrick Lefevere ha detto la sua sulla giornata di Remco. Senza trarre grandi conclusioni, il Ceo della Soudal vede delle opportunità per il campione belga. «Come tutte le altre persone che hanno seguito la gara in televisione, non avevo idea del motivo di quello che è successo. Al momento ancora non ce l’ho. Quello che è certo è che non è partito malato. Sull’Aubisque ho rivisto la stessa faccia che ho visto anche al Giro dopo la cronometro. La parola migliore che ho per descriverlo è “tirato”. Spero sinceramente che non ci sveglieremo con la stessa realtà di allora: malati di covid, non dovrebbe accadere di nuovo».
Lefevere ha detto la sua nella sua discussa rubrica settimanale su Het Nieuwsblad. «Trarrò grandi conclusioni e spero che il mondo esterno faccia lo stesso. Riuscirà Remco a recuperare ancora in questa Vuelta? Nessuna idea. I nostri medici non sanno ancora cosa sta succedendo, e io di certo non so cosa sta succedendo. Se si sveglierà sano, entrerà in una nuova realtà: correre con l’idea che “tutto è possibile, niente è obbligatorio”. A Remco in realtà non è mai stato permesso di farlo. E comunque anche Eddy Merckx aveva delle crisi».
E la Vuelta? La scomparsa dalla classifica di Evenepoel apre la strada alla Jumbo-Visma verso il dominio definitivo. Ma questo non solleva dubbi per Lefevere. «Prima di tutto: Sepp Kuss, Primoz Roglic e Jonas Vingegaard vengono tutt’altro che dal nulla. Sono talenti eccezionali, con la combinazione piuttosto unica tra una carrozzeria leggera e un motore gigantesco. Non sono certamente l’uomo che mette in discussione il dominio collettivo. Il nostro team lo ha sperimentato abbastanza spesso in una giornata di lavoro», ha scritto Lefevere, che una volta occupò i primi tre posti alla Parigi-Roubaix con Mapei. «Oltre alla potenza, al VO2Max e a cos’altro, fortunatamente, il successo nel ciclismo dipende anche da questo tipo di meccanismi mentali incommensurabili e non allenabili. Vincere ti fa sempre vincere ancora di più».