Sentite Pogacar: «Per la Roubaix è presto, il Giro bussa alla mia porta»

Pogacar
Tadej Pogacar in una foto d'archivio a Parigi al termine del Tour de France 2023
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Tadej Pogacar ha in testa la terza vittoria di fila al Lombardia (sabato 7 ottobre). Un’impresa riuscita soltanto ad Alfredo Binda (1925-1926-1927) e a Fausto Coppi (addirittura 4, tra il 1946 e il 1949). Lo sloveno della Uae-Emirates si sta allenando con questa meta, e ha deciso di saltare anche la trasferta canadese di WorldTour di questa settimana.

Prima del Lombardia, Pogacar correrà il Giro dell’Emilia (30 settembre) e la Tre Valli Varesine (3 ottobre), che chiuse rispettivamente al secondo e al primo posto nel 2022. Sulla Gazzetta dello Sport oggi in edicola Pogacar ha parlato del suo avvicinamento all’ultima Monumento della stagione. Ammettendo che non farebbe cambio con Vingegaard, «mi tengo tutto quello che ho fatto» e che vorrebbe solamente una cosa, «la caduta alla Liegi-Bastogne-Liegi, senza quella sarebbe stato tutto perfetto».

Tadej ha parlato con Ciro Scognamiglio delle lezioni apprese all’ultimo Tour de France, «anche da una esperienza come l’infortunio si possono trarre degli insegnamenti utili per il futuro, oltre alla conferma di una cosa che sapevo già: la salute è la cosa più importante». Dicevamo, il Lombardia. «Allenarsi in estate quando fa parecchio caldo non è il massimo, ma il Lombardia è la motivazione giusta per cercare di chiudere al meglio. Ho sempre amato le classiche italiane di questo periodo».

E guardando alla prossima stagione, e alla possibilità di correre due grandi Giri, «avrei già potuto metterne due in programma ma… Volendo fare diverse grandi classiche… Mettere tutto assieme non è impossibile, però è super-duro. Ci metteremo il tempo necessario a selezionare gli impegni, ci sono tante decisioni da prendere. Non sarà semplice». Pogacar rimanda l’appuntamento con la Roubaix, «credo sia troppo presto. Ci vorranno ancora un paio d’anni», quanto al Giro d’Italia, «sta bussando alla mia porta già da un bel po’. Non lo so. Let’s get surprised (questa la frase in inglese che lascia aperta la possibilità di una sorpresa, ndr)».

In chiusura, Scognamiglio ha proposto un gioco a Pogacar: trovare il ciclista perfetto, mettendo assieme il miglior scalatore, il miglior velocista, il miglior cronoman, il miglior discesista. Chi sceglie? «Beh, per me uno solo già perfetto ci sarebbe ed è… Wout Van Aert se consideriamo tutte queste abilità assieme. Singolarmente, per la mia esperienza, Vingegaard per le salite lunghe. Per la crono Evenepoel o Ganna, a seconda della giornata e della preparazione. In volata, il mio amico Philipsen, il migliore al Tour. In discesa… Forse Mohoric, ma ce ne sono diversi».