La procura tedesca indaga sul caso doping alla Jumbo-Visma, la casa di Hessmann è stata perquisita

Hessmann
Michel Hessmann in una foto d'archivio alla Strade Bianche 2023
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La Procura della Repubblica tedesca (OM) ha avviato un’indagine preliminare dopo la positività al test antidoping del corridore della Jumbo-Visma, Michel Hessmann. A casa del corridore è stata effettuata anche una perquisizione domiciliare – risulta dai documenti degli ispettori UCU – durante la quale sono stati sequestrati i suoi “dati”. Lo ha confermato a NOS la Procura della Repubblica di Friburgo.

«L’indagine preliminare si concentra esclusivamente sulla persona menzionata (Michel Hessmann, ndr) e non su altre – spiega la procura – Se questo porterà a un procedimento penale è ancora da decidere e dipende dai risultati delle indagini. Il sospettato sarà ascoltato prima che segua una sentenza definitiva. Spetta a lui dimostrare la sua innocenza».

Nei Paesi Bassi, l’uso di doping da parte degli atleti di punta non è un reato penale. In Germania è diverso. Dal 2015 vige una legge che rende punibile l’uso e la somministrazione del doping. Gli atleti possono essere condannati a una pena detentiva massima di tre anni e a una multa. Finora, però, nessun atleta è finito in una cella tedesca per doping.

Il motivo dell’indagine è un test antidoping positivo che risale al 14 giugno. Un controllo senza preavviso fuori gara, in cui è stato trovato un diuretico nel corpo di Hessmann. Un farmaco noto anche come “pillola dell’acqua”, che ha un effetto diuretico e un effetto mascherante in caso di utilizzo di sostanze più pesanti presenti nella lista del doping. L’uso di diuretici da parte di persone sane può causare, tra le altre cose, aritmie cardiache, acidificazione e surriscaldamento.
La notizia della positività al test è arrivata all’inizio di agosto tramite la stessa Jumbo-Visma. Il 16 agosto la squadra ha annunciato che Hessmann è stato sospeso fino a nuovo avviso.

Proprio quel giorno, il 16 agosto, c’è stata una perquisizione domiciliare anche nella regione di Friburgo, dove vive Hessmann. Nel corso dell’azione gli agenti della polizia del Baden-Württemberg non hanno rinvenuto sostanze dopanti. Tuttavia, secondo l’OM tedesco, i dati, contenuti per lo più su computer portatili e telefoni, sono stati sequestrati e attualmente vengono esaminati.

Jumbo-Visma è a conoscenza dell’indagine penale in Germania, ha detto un portavoce. «Il 16 agosto Hessmann ci ha chiamato dopo che la polizia ha fatto irruzione nella sua casa. Poco dopo abbiamo pubblicato quello che sappiamo sulla questione. Per il momento non ne sappiamo più di allora e stiamo aspettando l’esito. Non siamo stati contattati per informazioni o domande».

Parallelamente all’indagine penale preliminare, è attualmente in corso un procedimento disciplinare presso l’autorità antidoping tedesca. In attesa di questa procedura, l’autorità antidoping afferma di non poter fornire ulteriori dettagli. Da un punto di vista legale, l’autorità antidoping tedesca deve condividere con la magistratura la conoscenza di un test positivo.
Il caso doping rappresenta una svolta triste nella carriera ciclistica ancora agli inizi di Hessmann. All’interno della Jumbo-Visma è considerato un grande talento emergente. Due settimane prima della positività “fuori gara”, Hessman ha corso il suo primo grande giro: il Giro d’Italia, vinto dal suo compagno di squadra Primoz Roglic.

«Doloroso», così la scorsa settimana Merijn Zeeman, team manager della Jumbo-Visma, ha descritto la situazione. Secondo il team attualmente ci sono molti contatti con il corridore tedesco e lui è supportato (mentalmente) durante questo periodo. Allo stesso tempo Jumbo-Visma prende le distanze dal consumo di doping. «Vogliamo svolgere un ruolo esemplare quando si tratta di politica antidoping».