Per un lungo periodo di tempo, ma il tema è ancora attuale, si è parlato di “cervelli in fuga“, ovvero di quei tanti ragazzi italiani che per coltivare i loro sogni lavorativi (o di studio) sono dovuti emigrare. Negli ultimi anni il discorso si è allargato anche allo sport, nel ciclismo in particolare.
Lorenzo Milesi, fresco campione del mondo nelle crono tra gli Under 23, è cresciuto per esempio nel vivaio della Dsm. Francesco Busatto, uno dei talenti più cristallini del nostro movimento dilettantistico, è in forze alla Intermarché. Ma gli esempi sono tantissimi, tra cui quello di Alessio Delle Vedove.
«Qui in Belgio tutto funziona alla perfezione – spiega Delle Vedove, anche lui alla Intermarché al primo anno nella categoria – Non ci sono particolari pressioni, non si punta a vincere la gara di paese a tutti i costi per accontentare lo sponsor locale. Vincere è importante, ma è la formazione dell’atleta e dell’uomo che viene messa al primo posto perché c’è la sicurezza che senza quella non si arriva da nessuna parte».
In realtà Delle Vedove ha già vinto e ha fatto vedere cose ottime. Diversi piazzamenti in Belgio o in corse di primo piano come la classica di Francoforte U23 e la vittoria solo un paio di settimane fa nella terza tappa del Tour de la Province de Namur.
«Questi risultati però non sono frutto del caso – continua Alessio – Quando sono arrivato alla Intermarché per le prime corse al Nord, mi sembrava impossibile riuscire a performare. Vento, pioggia, velocità folli, strade tortuose e saliscendi infiniti. All’esordio mi sentivo benissimo, ero davanti e mi sembrava di pedalare facile: poi c’è stata una curva a destra e nel giro di pochi metri con un ventaglio mi sono ritrovato ultimo. Lì ho capito che dovevo lavorare. Ho faticato non poco, poi ho preso le misure ed ecco che le cose iniziano ad andare bene. Ma ho lavorato tanto, sfruttando i migliori materiali possibili e allenamenti moderni».
Il fatto che una squadra importante come la Circus-ReUz-Technord, vivaio della Intermarché, punti così spesso su un giovane italiano al primo anno, è segno di come funzionino le cose lassù. «Ho sentito grande fiducia da parte loro fin dal primo momento in cui ho messo piede nel m quartier generale. Ti insegnano come si corre da capitano, ma anche cosa significhi lavorare per gli altri. Ti aprono a diversi scenari, poi sta a te dimostrare i miglioramenti e cogliere le occasioni».
Delle Vedove, insieme a Busatto, si sta facendo valere e se il secondo è già promesso alla squadra WorldTour a partire dal 2024, anche il primo sogna un giorno di vestire la maglia dei professionisti. «È ancora presto – aggiunge Alessio – Sono all’inizio e ho ancora tanto da imparare. Mi piacerebbe seguire le orme di Francesco per poi guadagnarmi un contratto con i grandi. Ma già essere così spesso a contatto con loro mi permette di crescere giorno dopo giorno. Abbiamo un gruppo Whatsapp con tutti e dentro ci sono anche campioni come Rui Costa o Girmay».
E adesso dove si corre? Come proseguirà la stagione dell’azzurro? «Farò un’altra corsa a tappe nelle Fiandre, questa volta di sette giorni, dal 30 agosto al 4 settembre. Poi due classiche internazionali. Mi sono allenato molto a casa, sto facendo dei carichi importanti e i test sembrano essere molto buoni. Sono carico e vado lì per fare bene».