«Per una vita mi è mancato il cosiddetto salto di qualità – spiega Mattia Cattaneo – Quarto, sesto, quinto, settimo: non mi schiodavo mai da lì. Finalmente al Polonia mi sono sbloccato: ho vinto una cronometro e l’ho fatto davanti a corridori forti come Almeida, Thomas e Foss».
È un Cattaneo diverso?
«Non stravolto, ormai vado per i 33 anni e sono consapevole dei miei limiti. Ma sicuramente più confidente nei miei mezzi, quello sì: sento che qualcosa è scattato dentro di me».
È il miglior Cattaneo mai visto?
«Io dico di sì, non mi sono mai sentito così forte e sereno. Finalmente tutto il lavoro svolto sta dando i suoi frutti, anche oggi nella staffetta mista ho trovato le conferme che cercavo».
Questo cosa significa in vista della cronometro di venerdì?
«Che punto ad un piazzamento tra i primi dieci, che per me sarebbe un risultato incredibile. Sarei un pazzo, con la concorrenza che incontreremo, se dicessi che punto ad una medaglia».
Hai visto il percorso?
«Sì, credo favorisca i pesi massimi, io ora come ora peso 67 chili perché poi dovrò aiutare Evenepoel alla Vuelta e quindi contro certi corridori pagherò dazio. Solitamente riesco meglio nelle cronometro inserite nelle gare a tappe, piuttosto che in quelle secche, ma alla fine sono tutti discorsi: se uno sta bene prende il percorso che trova e amen».
Chi è il tuo favorito per la cronometro di venerdì?
«Dico Kung, ma solo per scaramanzia. Ganna sta bene, chi ha seguito la pista lo avrà capito. Anzi, se devo essere sincero non mi vengono in mente delle volte in cui ho visto Ganna in cattive condizioni. E se in qualche occasione stava peggio, è stato bravissimo a mascherarlo col talento e con la classe. Io sono un comune mortale, lui è un campione».