GIRO D’ITALIA 2023 / Bennati: «Adesso Milan e Dainese meritano un treno tutto per loro»

Bennati
Daniele Bennati, commissario tecnico della nazionale italiana maschile su strada
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Daniele Bennati non ha dubbi: le volate scomposte e caotiche di oggi non gli piacciono, nonostante nella sua lunga carriera qualcuna gli sarà pur capitato di farla e vincerla. «Fino ad una decina d’anni fa c’era ancora qualche treno che nel finale prendeva in mano la situazione. A me piaceva di più, uno scenario più adatto allo sprinter che ero io. Ora i treni sono utopia e il caos regna sovrano».

Daniele, un treno farebbe tanto comodo a Milan.

«Senz’altro, un corridore come lui lanciato ad alte velocità potrebbe vincere una marea di volate. Essendo alto e grosso prende tantissimo vento, più che negli ultimi cinquecento metri avrebbe bisogno d’essere guidato e protetto negli ultimi cinque chilometri».

Che velocista è Milan?

«Non per voler fare bella figura, ma che potesse vincere gli sprint di gruppo lo sapevo. In volata tocca i 1900 watt, non lo scopriamo oggi. In più, mi pare forte anche nelle partenze quasi da fermo: non a caso nel quartetto in pista parte in testa, l’uscita dai blocchi ce l’ha».

Una volata a testa per lui e per Dainese.

«Diciamo che Jonathan ne ha buttate via almeno un paio, ma ci può stare: è giovane e al primo grande giro, è tutta esperienza, l’importante è imparare dagli errori. Bravo anche Dainese, certo, sicuramente più puro di Milan».

In che senso?

«Alberto tiene anche in salita, infatti tra i dilettanti ha vinto anche a San Vendemiano, ma per sua natura è portato alle volate corte, a rimanere sulle ruote altrui il più possibile. Milan, invece, come me e Petacchi può permettersi anche uno sprint più lungo, partendo anche a 220 metri dal traguardo».

Perché Dainese fa così tanta fatica ad imporsi nelle gerarchie della Dsm?

«Non voglio entrare nel merito, così come non ho mai chiesto a Milan se rimarrà o meno alla Bahrain, ma è chiaro che Alberto si sta guardando intorno: è in scadenza di contratto e il talento non gli manca. Spero che scelga una squadra che intenda costruire un treno per lui. Comunque c’è ancora Roma. Adesso che ha rivinto al Giro spero che possa correre di più, anche in vista dell’europeo e del mondiale».

Chi è il velocista più forte al mondo adesso?

«Philipsen è cresciuto moltissimo, tanto da chiudere addirittura secondo alla Roubaix. Ma il migliore per me rimane Jakobsen. È incredibilmente puro, con le salite va poco d’accordo, ma negli ultimi cento metri è devastante. Gli ho visto vincere volate in cui, fino a trenta metri dalla fine, era terzo. Se sta bene è il migliore, meglio anche di Philipsen e Groenewegen».