GIRO D’ITALIA 2023 / Le pagelle: Thomas non si scompone, Roglic si difende

Geraint Thomas in maglia rosa sul palco delle premiazioni della 19esima tappa del Giro d'Italia 2023 (foto: LaPresse)
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Ventisei secondi dopo più di 3mila chilometri, non sappiamo ancora chi vincerà questo Giro. Ma sappiamo tante altre cose, abbiamo conosciuto storie e corridori, rivelazioni e delusioni, abbiamo assistito a esplosioni e litigi. E tanta tanta acqua: oggi i corridori hanno preso anche la grandine.

Santiago Buitrago 10 – Gli ridono gli occhi ricordando quello che ha visto, «tutta quella gente sulle Tre Cime», perché «vincere qui non è come vincere da un’altra parte». Seconda vittoria al Giro dopo quella dell’anno scorso a Lavarone per il colombiano della Bahrain, ed è una vittoria di quelle da raccontare ai nipotini un giorno.

Derek Gee 9,5 – Quarto secondo posto per il canadese in questo Giro. Ma il titolo di corridore rivelazione della corsa a questo punto non glielo toglie nessuno. Peccato, perché una vittoria di tappa la meritava come pochi.

Geraint Thomas 8 – Unico dei big a non aver avuto un metro di crisi dall’inizio del Giro. Ha un’ottima squadra e la usa al meglio, come usa al meglio la sua esperienza. Alla serenità di Roglic oppone il suo sense of humour. Quando rimane da solo contro sei «calabroni» della Jumbo, mentre lui ha soltanto De Plus e Arensman (non poco, comunque), ha la stessa faccia divertita che aveva il giorno prima, quando festeggiava il suo trentasettesimo compleanno dicendo: «Alla mia età dovrei essere in spiaggia».

Primoz Roglic 7,5 – Go Go Rogla: sono arrivati i suoi tifosi, e lui non può deluderli. Ma non fa male. Quando Thomas si scatena, aspetta il momento buono per riaffiancarlo e scavalcarlo. Chiude quarto, rosicchia tre secondi a Thomas, ma manca gli abbuoni. Condizione in crescendo. Ma è comunque un Giro in difesa. Basterà il Lussari per rovesciare il mondo?

Joao Almeida 6,5 – Si fa staccare ma poi arriva sempre, senza mai strappare. Torna tutte le volte, tranne l’ultima: in due giorni ha perso tanto tempo, forse troppo per pensare di poterlo riprendere sul Lussari. Ma il Giro è comunque positivo per lui.

Damiano Caruso 6,5 – Crolla Dunbar (voto 5: ottimo Giro, ma al dunque non c’è), ma lui no, così ne approfitta. A 35 anni un quarto posto al Giro contro avversari come quei tre è tutto fuorché una sconfitta.

Filippo Zana 7 – Mai domo, il suo è un Giro clamoroso.

Ben Healy 6 – È il folletto del Giro. Ma qualche volta esagera. Per esempio quando scatta da solo, a inizio tappa, e lo rifà poco dopo, ignorando le esigenze delle squadre che si stanno giocando il Giro. Pinot è costretto ad andarlo a prendere per difendere la maglia di miglior scalatore, Puccio lo sgrida. E Haely? Lui ride.

Tao Geoghegan Hart 10 – Per lui il Giro non è andato avanti. Da dieci giorni è ricoverato in una stanza di ospedale a Genova, lo hanno operato, gli hanno messo dei chiodi nell’anca, si annoia, mangia focaccia, guarda le tappe in tivù, fa il tifo per i suoi compagni e migliora il suo italiano: ogni tanto ci scappa di pensare come sarebbe stato il Giro con lui, e per lui.