Quando ha visto la Jumbo-Visma in testa al gruppo a lavorare per Primoz Roglic, Moreno Argentin non si è scomposto più di tanto.
«Non è la prima volta che lo sloveno mette davanti i suoi uomini e poi va in difficoltà», spiega. «Però voglio spezzare una lancia in suo favore: non è sempre facile capire quali sono le nostre reali condizioni, specialmente lungo una salita così lunga come il Bondone e dopo due settimane di Giro d’Italia così nervose e appesantite dal maltempo».
Moreno, comunque oggi tutti si aspettavano un Roglic diverso.
«Io ero il primo ad attendermi uno sloveno molto più pimpante e aggressivo. Ma guai a darlo per morto: è forte, esperto e arriverà a giovedì con una tappa più leggera nelle gambe, ovvero quella di domani, che dovrebbe consentirgli di recuperare qualche energia. Non dimentichiamoci che il Monte Lussuri è al confine con la Slovenia: Roglic quel giorno avrà una marea di tifosi dalla sua parte».
Era difficile credere che Almeida e Thomas potessero staccarlo così.
«La tappa di oggi qualcosa ha detto, attenzione, ma non diamo pareri definitivi. Almeida e Thomas stanno un po’ meglio di Roglic, ma l’equilibrio tra i tre è talmente sottile che secondo me ogni giorno possiamo assistere ad uno scenario differente. Non credo che la frazione di giovedì possa infliggere grossi distacchi, però non mi stupirei ad esempio se venerdì sulle Tre Cime fosse il capitano della Jumbo-Visma a staccare gli altri due».
Giornata complicata, invece, per Damiano Caruso, adesso quarto a 2’21” dal podio.
«Come tutti gli uomini da corse a tappe, compresi i tre che in questo momento lo sopravanzano, Caruso è un diesel e viene fuori alla lunga. Se vuole provare ad invertire la rotta deve attaccare, non si scappa, ma bisogna fare i conti con la benzina che gli è rimasta: oggettivamente, ora come ora Almeida, Thomas e Roglic hanno qualcosa in più, non credo si tratti di una semplice giornata sbagliata».
Nel finale si è visto uno Zana brillante: prima nella fuga, poi in supporto di Dunbar.
«Sì, oggi gli faccio i miei complimenti perché è stato protagonista di una bella tappa. Secondo me ha la stoffa per fare il capitano, ma per capire come muoversi da leader deve iniziare a ritagliarsi una certa libertà. E’ vero, adesso il suo capitano è in forma, però Zana non può mettersi sempre al servizio degli altri. Deve prendere le misure con un ruolo che dal mio punto di vista è assolutamente in grado di ricoprire».