GIRO D’ITALIA 2023 / Una corsa a eliminazione: siamo a metà, e in gruppo sono 139

Giro d'Italia
Il gruppo del Giro d'Italia 2023 sotto la pioggia battente (foto: LaPresse)
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L’edizione 2023 corre il rischio di diventare tra le ultime venti del Giro d’Italia quella che condurrà al traguardo finale, dopo tre settimane, il minor numero di corridori. Dei 176 atleti partiti da Fossacesia, dopo la tappa di Tortona ne restano in gara 139. E il Giro non è che a metà della sua lunga avventura di tre settimane. Nell’edizione del 2020 la corsa rosa fu portata a termine, a Milano, 133 corridori (anche in quell’occasione i partenti furono 176), con una percentuale di ritirati del 24,4%. Il tasso di abbandoni fu ancor più elevato nel 2010: con 198 partiti e 139 arrivati, si raggiunse la soglia del 29,8%

Valori comunque ben lontani da quelli della sesta edizione del Giro (1914), quando la percentuale dei ritirati (addirittura 73 su 81 corridori partiti) si attestò al 90,1%. Nel Giro d’Italia del 1956, quello della tormenta del Monte Bondone, gli abbandoni furono 62 (su 105 partenti), pari al 59%. Ancor peggio andò nel 1962, l’anno della nevicata sul Passo Rolle, quando partirono da Milano in 130 e al traguardo conclusivo arrivarono in soli 47 (63,8% di ritirati). Il record assoluto di ritirati si registrò comunque nell’edizione 1927. Lasciarono la corsa ben 179 corridori. Quell’anno ne partirono però ben 258.

Per ritrovare un’edizione del Giro con meno di 100 corridori al traguardo finale occorre andare indietro di vent’anni fa. Nel 2003 furono 96 gli atleti che terminarono la corsa. Erano partiti in 169. Il numero degli abbandoni, in verità, non fu eccessivo, ma ebbe un peso determinante il fatto che al termine della 18ª tappa, con arrivo a Chianale, finirono fuori tempo massimo ben 35 atleti. Insomma il 43,2% dei corridori partiti da Lecce non terminò la corsa. Negli ultimi tre decenni anche le edizioni del 1994, ’96 e ’98 sono state concluse da meno di 100 atleti.