GIRO D’ITALIA 2023 / Le pagelle: Quello nervoso è Remco, funziona l’asse Jumbo-Ineos

Primoz Roglic e Geraint Thomas, l'alleanza contro Evenepoel nella tappa dei muri marchigiani
Tempo di lettura: 3 minuti

Abbiamo un Giro. E questa è la notizia da trarre dalla tappa dei muri marchigiani. Dopo che il primo vero arrivo in salita ci aveva lasciati delusi e insoddisfatti, oggi possiamo dirlo: abbiamo un Giro. Ringraziamo Primoz Roglic, che non si è rassegnato a pascolare tranquillo dietro la solita fuga.

Ben Healy 10 – Percorso da classica, ed eccolo: l’uomo perfetto. L’irlandese per scelta. È tra i quattro che attaccano subito, e se va da solo quando mancano più di 50 chilometri al traguardo, come solo i grandi. Aveva già vinto in Italia: a Castelfranco al Giro Under 23 nel 2021, alla Coppi e Bartali, a Larciano. Quest’anno è stato secondo alla Freccia del Brabante, secondo all’Amstel dietro a Pogacar, quarto alla Liegi. Tatticamente è un naif, fisicamente un pirata: buccole alle orecchie, capelli lunghi, barba scura. Ma su Healy potete scommetterci.

Primoz Roglic 9 – Primo attacco vero del Giro, quello che tutto il mondo si aspettava ieri. Era chiaro che bisognava attaccare Remco, alle prese con i postumi delle botte. Ma è anche chiaro per farlo ci vogliono le gambe. Lo sloveno le aveva, e ha fatto bene. Ha capito che il Giro si vincerà sulle montagne, ed è esattamente questo il messaggio che trasmette al suo rivale: accelera, fa un gran numero in progressione, senza voltarsi indietro, quello che conta è mettere pressione a Remco, dirgli che lui non ha paura, e può staccarlo in salita. Sì, abbiamo un Giro.

Un Primoz Roglic sorridente alla partenza dell’ottava tappa del Giro d’Italia

Tao Geoghegan Hart 8 – Tranquillo, sorridente, l’esempio perfetto di chi sa godersi il meglio del Giro inteso non soltanto come corsa: i paesaggi (la costiera amalfitana), l’unicità (Pompei), il cuore (Napoli immersa nei festeggiamenti), ha persino cominciato a parlare in italiano anche in diretta tivù (offline lo aveva già fatto al Tour of the Alps). Parlando della tappa del Gran Sasso ha avuto una risposta piuttosto schietta. «Abbiamo tirato per circa 5 chilometri, non mi sembra molto». Segue Roglic con disinvoltura, si allea giustamente contro il campione del mondo.

Geraint Thomas 8 – Non erano certamente le sue salite, ma la tattica della Ineos funziona: anche lui si accoda a Geoghegan Hart, anche lui va con Roglic, e all’arrivo gli dà una pacca sulle spalle per fargli i complimenti. Soltanto così la Ineos può pensare di far uscire il Giro dai binari più ovvi.

Remco Evenepoel 5 – Chi era quello nervoso? All’arrivo manda via con una manata un cameraman che lo sta riprendendo. Sulla strada ha perso. Poco, ma ha perso.

Andreas Leknessund 7,5 – Perde il prezioso Stork, ma nonostante tutto conserva la maglia rosa. Tiene bene nella prima parte del muro dei Cappuccini, poi paga. È un cronoman ma domani perderà la maglia: nella crono inaugurale aveva preso 1’18” da Remco.

Filippo Zana subito dopo l’arrivo dell’ottava tappa del Giro d’Italia

Filippo Zana 7 – Nel giorno in cui perdiamo Ganna, il campione italiano si conferma da corsa.

Damiano Caruso 7 – Non sono queste le sue salite, ma Damiano è lì: poche parole, ma tanta serietà.