GIRO D’ITALIA 2023 / Bramati: «Evenepoel sta bene, ma ieri non toccava a noi tirare. I muri marchigiani mi preoccupano»

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Davide Bramati, diesse della Soudal-QuickStep
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È un Davide Bramati giustamente preoccupato quello che avviciniamo al pullman della Soudal-QuickStep prima del via dell’ottava tappa del Giro d’Italia. Il diesse del team belga infatti ha appena saputo della positività al Covid di Filippo Ganna. «Speriamo che quest’anno il virus non condizioni la corsa, almeno in termini di classifica generale».

A proposito di classifica generale, Remco Evenepoel ha superato il primo test in salita di Campo Imperatore, ma anche secondo il tecnico lombardo la tappa di ieri non ha detto nulla in termini di valori in campo. «Non è successo praticamente niente e sono arrivati in venticinque corridori al traguardo. Nessun attacco dei big, tutto rimandato, ma siamo felici che Remco stia bene e non abbia più dolori. Ha superato i primi due giorni che sono sempre i più critici dopo una caduta».

Tornando a ieri, sono piovute diverse critiche sul gruppo maglia rosa che ha lasciato andare via la fuga con un atteggiamento particolarmente rinunciatario. «Non spettava certo a noi tirare – spiega Bramati – La maglia ce l’ha sulle spalle Leknessund, quindi è la Dsm a dover incaricarsi di difenderla. E in realtà ci sono riusciti perché oggi il norvegese riparte con la rosa. E non dimentichiamoci che c’era vento contrario, oltre al fatto che la salita non era certo così impegnativa».

Intanto oggi si riparte per l’ottava frazione della corsa rosa, quella che collega Terni a Fossombrone, Umbria a Marche. Non parliamo di dislivelli impossibili, ma i muri marchigiani ci hanno insegnato che non si può mai stare tranquilli. «Mi preoccupa molto di più il finale di oggi rispetto a quello di ieri: le strade sono strette, tutti vorranno stare davanti e ci sarà grande nervosismo. E se qualcuno vuole attaccare, il terreno lo consente, anche se la cronometro di domani richiederà già un grande sforzo».