GIRO D’ITALIA 2023 / Il graffio di Argentin: «I big hanno avuto paura, ma su certe salite è difficile fare la differenza»

Giro d'Italia
Il gruppo dei big durante la tappa di Campo Imperatore al Giro d'Italia 2023 (foto: LaPresse)
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«Io per primo – riflette Moreno Argentinmi aspettavo di più dalla tappa di oggi. Credevo che il meteo e il nervosismo dei giorni scorsi potessero giocare qualche brutto scherzo. Mea culpa, io come tanti altri mi sono fatto prendere dall’enfasi perché ho visto un chilometraggio importante e un’altimetria non banale. Ma dovevo essere più cauto».

Perché?

«Perché oggettivamente è difficile fare la differenza su un’ascesa come quella di Campo Imperatore. Il tempo passa e le circostanze mutano, oggi in montagna non si tirano più i rapporti di una volta e le strade sono tutte asfaltate. È normale che certe ascese non selezionino più il gruppo».

Colpa degli organizzatori, dunque? Queste tappe appenniniche, spesso e volentieri, finiscono in un nulla di fatto.

«Hai ragione, ma non ha colpa nessuno. Se la frazione di oggi fosse stata molto più dura di così, probabilmente il gruppo l’avrebbe affrontata con ancor più cautela. Oppure, lo scenario peggiore per un organizzatore: vedere un corridore ammazzare la gara dopo una settimana».

L’Evenepoel della situazione, insomma.

«Continuo a credere che ad ora, presi singolarmente, il campione del mondo sia superiore a tutti gli altri. Ma lui oggi non voleva riprendere la maglia rosa e nessuno dei suoi rivali voleva scoprirsi pensando alle prossime due settimane. Hanno avuto tutti paura, insomma, ma non voglio colpevolizzare nessuno».

A tutti fa comodo che tiri la Dsm di Leknessund.

«Senza dubbio, anche se poi la maglia rosa la vincerà un solo corridore e una sola squadra, quindi tante altre rischiano di rimanere a bocca asciutta anche sotto l’aspetto delle vittorie di tappa. Ma il Giro è ancora lungo e ci sono almeno quattro o cinque corridori autorizzati a credere di poter vincere la maglia rosa».

Un applauso alla fuga: a Bais, a Vacek e a Petilli.

«Assolutamente sì, tutti e tre hanno capito che una giornata del genere potrebbe non passare mai più e ne hanno approfittato al massimo. Hanno reso il nostro pomeriggio meno noioso».