GIRO D’ITALIA 2023 / Il graffio di Argentin: «Oggi si è capito che la squadra di Evenepoel è debole»

Soudal Quick-Step
La Soudal Quick-Step in testa al gruppo durante la quarta tappa del Giro d'Italia 2023 (foto: Ferrari/LaPresse)
Tempo di lettura: 2 minuti

Una tappa, la quarta del Giro d’Italia, poco emozionante, ma sicuramente molto significativa. Di cose ne sono successe: Evenepoel ha perso la maglia rosa in favore di Leknessund, è arrivata la prima fuga, Albanese (quarto) ha dimostrato nuovamente di attraversare un ottimo stato di forma.
«Ma soprattutto – ragiona Argentinsi è finalmente capito che la squadra del belga è debole. Si è praticamente sfaldata e se me ne sono reso conto io non ho dubbi che se ne siano accorti anche i suoi avversari principali».

Allora ha fatto bene a lasciar andare la maglia rosa?

«Ma certo, senza dubbio. Secondo me lui è il primo a sapere di non poter contare su una corazzata come, ad esempio, la Ineos. Lui attualmente è il più forte, ma non è detto che basti».

Spiegati meglio.

«A cronometro e in salita in questo momento credo che non abbia rivali, ma questo conta nei testa a testa. Ma se Geoghegan Hart e Thomas, ad esempio, dovessero chiuderlo in una tenaglia, la situazione sarebbe ben diversa».

Andreas Leknessund veste la maglia rosa sul palco delle premiazioni della quarta tappa del Giro d’Italia 2023

Albanese di nuovo brillante: quarto.

«È vero, ma purtroppo non vince. Ai miei tempi i cacciatori di tappe aprivano il Garibaldi, cerchiavano di rosso qualche tappa e nelle altre cercavano di salvare la gamba. Secondo me la frazione di oggi era forse troppo dura per Albanese, a maggior ragione se si considera che lui aveva dichiarato di puntare alle giornate di Salerno e Napoli. Non è che sta sprecando troppo?».

Si fa un gran parlare di accorciare le tappe di trasferimento. Favorevole o contrario?

«Favorevole. Non si snatura il ciclismo, non morirebbe nessuno. L’unica alternativa che mi viene in mente è evitare la diretta integrale nelle frazioni considerate più noiose. Non dobbiamo dimenticarci che il prodotto ciclismo si vende se è affascinante e intrigante. Piuttosto, perché non vengono allungate le tappe più dure, quelle che attirano più pubblico e che poi finiscono per indirizzare e caratterizzare il Giro d’Italia?».