Inauguriamo la rubrica che ogni sera, dopo la tappa del Giro, vedrà Moreno Argentin analizzare i fatti di giornata.
“Intanto – attacca – devo dire che mi ha fatto piacere vedere il Giro cominciare su una pista ciclabile. Vuol dire che anche l’Abruzzo si sta attrezzando per un turismo più lento che contempla anche la bicicletta”.
Moreno, ti aspettavi un Evenepoel così superiore alla media?
«Sinceramente no. Forte sì, ma così devastante no. La squadra lo gestisce bene, facendolo correre il giusto e preservandolo anche dopo il brutto incidente al Lombardia di qualche anno fa. Vuol dire che sta bene, che è arrivato al Giro in forma».
Forse troppo?
«È presto per dare qualsiasi giudizio. Di certo adesso non devono farsi prendere dall’ingordigia, né lui né la sua squadra. Remco non ha un organico fortissimo al suo fianco, dovrà centellinarlo. Come? Lasciando la rosa agli altri e puntare a riprenderla più avanti.
Secondo Ganna, ma lontano ben 22».
Era il tuo favorito?
«Sì, lo avevo pensato davanti agli altri. Ha trovato un Evenepoel fortissimo, ma io credo che in prove del genere Ganna debba fare meglio. Sono le sue, non può sprecarne troppe. Io credo che non sia gestito benissimo».
Spiegati meglio.
«Ne vuole fare troppe, oppure gliene fanno fare troppe. Il Record dell’Ora, l’inseguimento individuale e a squadre su pista, le classiche, le cronometro, poi tirare per i capitani quando c’è bisogno. Corra meno preparando e scegliendo certi obiettivi, altrimenti rischia di trovare sempre qualcuno che fa meglio di lui su ogni terreno».
Evenepoel ha rifilato grossi distacchi ai diretti avversari: 29″ ad Almeida, 40″ a Geoghegan Hart, 43″ a Roglic, 55″ a Thomas e Vlasov, 1’28” a Caruso.
«È vero, anche Roglic ha pagato dazio, ma il Giro è ancora lungo e c’è tempo per qualsiasi ribaltamento. Anzi, questi distacchi potrebbero rendere la corsa ancora più spettacolare: chi ha perso terreno dovrà pur provare a recuperarlo attaccando, no?».