GIRO D’ITALIA 2023 / A Fossacesia l’occasione per ricordare Alessandro Fantini

Fantini
Alessandro Fantini batte in volata Pellegrini al Giro d'Italia 1959 a San Pellegrino Terme
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La grande partenza del Giro d’Italia dall’Abruzzo sarà anche l’occasione per un omaggio alla memoria di Alessandro Fantini, che fu maglia rosa nell’edizione del 1956, e scomparve nel ’61 a seguito di una tragica caduta al Giro della Germania. 

Fantini era originario proprio di Fossacesia, da dove il Giro prenderà avvio sabato prossimo. Era nato il 1° gennaio 1932 ed aveva iniziato a correre nelle categorie minori nel 1948, dove conquistò diversi successi. Il suo passaggio al professionismo avvenne nel 1954, con la maglia dell’Atala, nella quale aveva come compagno di squadra anche un certo Alfredo Martini, oltre a Petrucci ed Astrua. Tra i suoi successi più importanti, 7 vittorie di tappa al Giro d’Italia, una tappa al Tour de France e una Milano-Vignola. Nel 1956 vestì per ben nove giorni la maglia rosa. La conquistò al termine della tappa di Salice Terme, da lui vinta allo sprint, e la dovette cedere a Pasqualino Fornara al termine della cronometro di Lucca. Quell’anno Sandrino volava e terminò il Giro, vinto da Charly Gaul, al sesto posto. Nella famosa tappa del Bondone, sotto un’epocale tormenta di neve, riuscì a piazzarsi secondo, a 7’44” dal campione lussemburghese. 

Dal 1955 al ’60 aveva corso tutte le sei edizioni del Giro d’Italia e nel ’61 voleva essere ancora al via. Aveva intanto lasciato l’Atala, passando alla Gazzola, squadra diretta dallo svizzero Ferdi Kübler, ex campione del mondo, nella quale militavano anche Gaul e il tedesco Junkermann. Ma il destino non gli dette scampo. 

Era l’inizio di maggio e si correva il Giro della Germania. Fantini, che in volata aveva uno spunto irresistibile, s’era imposto nella quarta tappa, la Monaco-Kellmünz, precedendo l’olandese Geldermans e il tedesco Altig. Il giorno dopo aveva ottenuto un buon terzo posto a Landau, dove vinse il belga Proost. Avrebbe colto il successo anche sul traguardo di Treviri, penultima tappa del Deutschland Rundfahrt, ma proprio sul rettifilo finale, mentre era in testa al gruppo compatto, un maledetto incidente meccanico provocò una caduta che gli fu fatale. 

Si blocca improvvisamente la ruota posteriore, l’abruzzese cade e finisce pesantemente a terra e viene inevitabilmente travolto dai ciclisti che lo seguono. Si rialzano tutti, pur contusi e doloranti, mentre lui resta immobile. Si attivano i soccorsi, Sandrino viene trasportato d’urgenza in ambulanza all’ospedale Mutterhaus di Treviri. Le sue condizioni sono gravissime, ha riportato la frattura della base cranica e una forte commozione cerebrale, continua a perdere sangue dal naso e dall’orecchio. Il primario, professor Wolfgang Sylwerberg, tenta un disperato intervento chirurgico per rimuovere la massa ematica causata dall’emorragia cerebrale. Ogni tentativo è vano, Alessandro Fantini non si riprende e, dopo due giorni di agonia, alle ore 15 di venerdì 5 maggio 1961, conclude la sua vicenda terrena. La tragedia getta nella più profonda costernazione il mondo del ciclismo. 

Alessandro Fantini aveva 29 anni e si era trasferito da tempo a Brescia. Era sposato e con una figlioletta di due anni, Marina. Le sue spoglie hanno riposato fino al 2021 nel cimitero della sua città adottiva, ma proprio due anni fa sono ritornate nella tua terra di origine, a Fossacesia. L’arrivo delle ceneri nella piazza del  paese, a lui intitolata, è stato accolto con emozione, applausi e lacrime. Sabato, prima del via, il Giro, a sessantadue anni dalla sua tragica morte, gli renderà un commosso omaggio.