Rocchetta: «Dopo la tendinite e il Covid, questa è davvero la stagione decisiva per passare professionista»

Rocchetta
Cristian Rocchetta con la maglia della Trevigiani
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Cristian Rocchetta insegue il sogno del professionismo dal 2017, primo anno tra i dilettanti. Sono trascorse cinque stagioni in cui l’ha sfiorato diverse volte, a partire dallo stage con l’Androni nel 2021. Dopo una stagione tormentata, che doveva essere l’ultima, con la Zalf, Cristian si è concesso un’altra possibilità vestendo la maglia della Trevigiani.

Sempre tra i primi dieci nelle sei corse che ha disputato finora, spiccando alla Popolarissima, conclusa ai piedi del podio (quarto) e al Memorial Mantovani, terzo. Le volate restano il suo pane e quest’anno, nonostante la competizione aumenti, vuole dimostrare una volta per tutte di meritare il professionismo. Ma guai a chiedergli se ci pensa o meno: l’unica idea che abita la sua mente è vincere oggi.

Rocchetta, come reputi il tuo inizio di stagione? Sei sempre lì davanti…

«Sono abbastanza soddisfatto, ma naturalmente mi dispiace non aver vinto. Ci sono andato sempre vicino, ma per un motivo o per un altro è mancato il successo. A volte positivamente, come quando al GP Possenta un mio compagno di squadra (Matteo Zurlo, ndr) ha attaccato da lontano, vincendo e lasciando a bocca asciutta i velocisti. Sono state comunque tutte corse dure e con grande competizione, come La Bolghera, dove Edoardo Zamperini era imprendibile e ha vinto in solitaria con quasi un minuto di distacco».

A fine 2021, prima di correre con la Zalf, avevi detto che la scorsa stagione sarebbe stata l’ultima. O saresti passato professionista oppure avresti smesso. Invece sei ancora in bici a sgomitare allo sprint. Hai cambiato idea durante l’ultimo anno?

«Ho iniziato la scorsa stagione con una tendinite, che mi ha tormentato per parecchi mesi. Poi ho contratto il Covid e mi ha debilitato fino alla fine dell’anno. Non sono riuscito a esprimermi come volevo. A fine stagione mi ha contattato la Trevigiani e così ho deciso di accettare la loro offerta, gareggiando per un altro anno. Ho visto fin da subito un bel gruppo, tanti compagni già li conoscevo».

Sono stati i tanti piazzamenti a convincere la Trevigiani a puntare su di te? O ti aspettavi anche un’offerta dal professionismo?

«Sicuramente la costanza, nonostante i diversi problemi, è stata la mia forza e li ha attratti. Ma non viene vista allo stesso modo nel professionismo. Non erano bastate le sei vittorie del 2021 con la General Store per fare il salto tra i grandi, quindi quest’anno non potevo aspettarmi nulla. Già in quella stagione fu difficile fare solo uno stage con l’Androni…».

Cristian Rocchetta esulta sul traguardo de La Medicea 2021 in maglia General Store (foto: © 2021 Photors.it)

Gianni Faresin, diesse della Zalf, alla fine dell’ultima stagione ci ha confidato che si aspettava di più da te. È stato un addio teso?

«No, ci siamo lasciati in buoni rapporti. C’era anche l’idea di proseguire un altro anno insieme, ma io volevo correre con una squadra regionale. Con la Trevigiani ho la possibilità di disputare più gare. Con una Continental, essendo élite, non posso partecipare alle corse regionali. Ed è in quelle che posso maggiormente sperare di togliermi qualche soddisfazione».

Come è stato l’approccio alla Trevigiani? Vista la tua esperienza, ti trovi a rivestire il ruolo di uomo-squadra?

«Con la Trevigiani c’è stata fin da subito un’ottima intesa. Come già dicevo, si è creato un bel gruppo tra dirigenti, tecnici e atleti. Per quanto riguarda il mio ruolo, avrò sempre la possibilità di disputare la volata per vincere. Se non dovessi stare bene mi metterò naturalmente a disposizione dei miei compagni, cercando di offrire al meglio anche la mia esperienza».

Cristian Rocchetta (al centro) con la maglia della Trevigiani in azione alla Popolarissima 2023

Com’è andata la preparazione invernale? Approdando in una nuova squadra ti sei concentrato su alcuni aspetti in particolare?

«È andato tutto per il meglio quest’inverno. Ho lavorato soprattutto sulla forza, visto che a causa della tendinite avevo perso un po’ di esplosività. La scorsa stagione appena provavo a fare lavori di quel genere si riacutizzava il dolore. Gran parte della preparazione invernale l’ho svolta in palestra».

Insegui il professionismo da diversi anni: ne accusi il peso?

«No, non accuso la pressione e non mi condiziona l’obiettivo del professionismo. Vivo con tranquillità l’approccio alle gare e senza pensare al futuro, a quello che potrebbe succedere dopo. Sono abituato a concentrarmi sul presente, cercando di prepararmi al meglio per le corse vicine. Quest’anno voglio rendere il più possibile e tirare fuori ogni energia, al di là di quello che succederà in futuro».

Al professionismo non ci pensi, ma c’è qualcosa che ti motiva e che vorresti raggiungere nel massimo circuito? Per esempio partecipare e sognare di vincere una determinata corsa…

«No, la motivazione principale per me rimangono gli obiettivi più vicini. Ad esempio le classiche internazionali in questo mese di aprile. Mi interessa vincere adesso, senza pensare a quello che potrei raggiungere un domani. La scorsa stagione non è stata davvero quella decisiva, del tutto o niente. Voglio che lo sia questa appena iniziata».