Cara Giorgia, regala una bici a Ginevra…

Meloni
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana
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Questo garbato invito rivolto a Giorgia Meloni che guida il Governo italiano non è solo un atto di gentilezza compiuto da una straordinaria quantità di persone che conoscono il valore di un dono così importante per il colorato sviluppo della fantasia di un bambino. E’ anche un accorato invito ai politici ad occuparsi di un problema che coinvolge milioni di persone nel nostro Paese. Il problema della sicurezza per chi pedala una bicicletta.

Nel momento in cui consegni una piccola bici in dono a tua figlia Ginevra guarda e cattura la luce felice che lampeggia nei suoi occhi: la bicicletta è sempre stata come la materializzazione di un sogno per tutti. Soprattutto per i ragazzi e per i più piccoli in particolare. E’ sempre stata il primo segnale di una possibile libertà conquistata sui pedali di un oggetto che ti porta dovunque senza consumare e senza inquinare. Oggi purtroppo questa libertà del sogno è messa a forte rischio dal sempre più pericoloso traffico sulle strade del nostro Paese e da una realtà che rende sempre più grande il rischio di morire per coloro che vanno in bici.

E allora che cosa facciamo, cara Giorgia? Vietiamo alle biciclette di vivere e così spegniamo sul nascere anche il sogno della tua piccola Ginevra? O ci impegniamo per dare ordine (possibilissimo) al libero traffico delle biciclette seppure sia molto alto il traffico delle automobili?

La risposta è scontata. Mettiamo ordine nel traffico. Ma non facciamolo con palliativi che non mutano la dura realtà. La distanza di un metro e mezzo del ciclista dalle auto non basta, in quanto nella pratica non è attuabile. Le piste ciclabili sono inadeguate e comunque esposte all’occupazione di tutti meno i ciclisti. I quali chiedono solo che venga rispettata la loro libertà gestita in piena sicurezza.

Come?

Con la creazione di una rete di stradine secondarie (esistenti dovunque) che noi chiamiamo stradine verdi. Con traffico vietato alle automobili.

Sarebbe un grandioso progetto per il Paese. Felice per i ciclisti e tale da creare un grande traffico di turisti dovunque. Visitare l’Italia nei borghi in bici toccando con mano straordinarie bellezze del nostro Paese sarebbe un sogno per milioni di persone di tutto il mondo a patto che tra queste persone alberghi la sicurezza dell’incolumità. Niente auto. Le autostrade, le superstrade e le strade principali sono sufficienti per le automobili. Le stradine verdi, piccole, secondarie, romantiche che rigano le colline sarebbero il paradiso naturale anche della tua piccola Ginevra la quale crescendo ti chiederebbe senza dubbio una bici più grande.

Ma tu, gentile Giorgia, ne dovresti acquistare due perché la piccola Ginevra, diventata più grande, ti direbbe: «Andiamo, mamma, vieni con me. Ma guarda che io vado forte…».