Lotto-Dstny, Vervloesem (22 anni) appende la bici al chiodo: «I dati hanno improvvisamente determinato la mia vita»

Xandres Vervloesem
Xandres Vervloesem (immagine twitter: Lotto_Soudal)
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Xandres Vervloesem, 22 anni, ha deciso di mettere fine alla sua carriera ciclistica a causa delle difficoltà che ha incontrato negli ultimi anni. Nonostante fosse stato etichettato come “grande talento” e avesse battuto Remco Evenepoel e Tom Pidcock in una corsa a tappe nelle Ardenne a soli 17 anni, Vervloesem ha lottato per trovare la felicità nel ciclismo. «Il divertimento è iniziato a diminuire quando sono entrato a far parte della development del Team DSM a 18 anni». Racconta Vervloesem a Sporza.

Il giovane corridore ha spiegato che la concentrazione sui dati della potenza e l’iper professionalizzazione di ogni minimo aspetto hanno minato il suo divertimento, e che l’essere un ciclista professionista ha comportato stress e pressioni che non gli hanno permesso di godere dello sport. «Improvvisamente ho scoperto che essere un ciclista è molto più che andare forte in bicicletta. I dati hanno improvvisamente determinato la mia vita e questo mi ha reso amareggiato».

Inoltre, ha affermato di aver perso la passione per il ciclismo quando ha incontrato i suoi idoli e ha visto la loro vita da ciclisti di alto livello. «I miei idoli si sono rivelati persone normali con molte insicurezze. Ho visto com’era la loro vita da ciclista di alto livello e mi sono chiesto: È davvero quello che voglio? No».

Vervloesem ha avuto difficoltà a riprendersi dopo due cadute durante la sua breve carriera e ha perso la fiducia in se stesso. «Sono caduto subito a Le Samyn e non l’ho mai superato mentalmente. Avevo lavorato duramente per mesi in inverno e dopo quella caduta ho capito che tutti i miei sforzi erano stati vani».

Alla fine, ha deciso di non firmare un altro contratto per il 2023 con la Lotto-Dstny e ha messo fine alla sua carriera ciclistica, concentrandosi sulla propria vita e sulla propria felicità. «L’anno prossimo riprenderò i miei studi in scienze ambientali e naturali all’Università di Anversa. Il mio sogno è collaborare un giorno a tecnologie innovative per trattare le acque reflue e fornire acqua potabile».