Se non ci fossero bisognerebbe inventarli: Gianni Bugno e Claudio Chiappucci sono stati il bianco e il nero, l’alfa e l’omega, tutto e niente. Per anni li abbiamo vissuti e raccontati come grandi rivali, e lo sono stati davvero sulle strade ma anche nel loro modo di rapportarsi al ciclismo, alla gente, ai giornalisti.
Schivo Gianni, parco di parole. Un tornado Claudio, non per niente soprannominato El Diablo, «eh sì, faccio fatica a frenarmi». Li abbiamo incontrati a Bologna, alla presentazione delle tappe emiliane del Tour de France. Sorpresa: li abbiamo visti arrivare insieme (la macchina la guidava Bugno), vestiti praticamente come gemelli, e li abbiamo ascoltati parlottare e ridere tutto il tempo. Non volevano neanche sedere in prima fila, dove c’erano due sedie riservate a loro nome, volevano confondersi in mezzo al pubblico. Come se fosse possibile. Come ha detto il direttore del Tour Christian Prudhomme, basterebbe il loro curriculum a dire chi sono, ma nessuno di noi li ricorda per i numeri, sono le emozioni che ci hanno regalato ad essere conficcate nei nostri cuori. Finita la presentazione, ci siamo girati e Gianni era già sparito: aspettava Claudio in macchina per tornare a casa. Così li abbiamo raggiunti in mezzo alla strada e vi regaliamo questo duetto.
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