Giro 2023, tornano le polemiche ambientaliste: il WWF vuole far saltare la cronoscalata Tarvisio-Monte Lussari

Il gruppo del Giro d'Italia passa attraverso le montagne del Veneto
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Le polemiche ambientaliste non lasciano la prossima edizione del Giro d’Italia. Dopo le critiche a RCS Sport, società organizzatrice della Corsa Rosa, per il lungo trasferimento finale dalle Alpi fino a Roma viene messa nel mirino dalle associazioni ambientaliste, WWF in particolare, proprio la tappa che precede l’ultima giornata. La ventesima frazione, cronoscalata da Tarvisio a Monte Lussari, è stata aspramente criticata dal World Wide Fund for Nature italiano per voce del responsabile regionale Maurizio Fermeglia che ha puntato il dito contro i lavori di messa in sicurezza della strada verso Lussari. Una lunga opera costata quattro milioni di euro per rendere praticabile un tratto che resterà aperto al transito per i mezzi di soccorso e per raggiungere il borgo in quota.

La strada è stata asfaltata, ma secondo Fermaglia, interpellato da Il Gazzettino, nessun altro intervento è stato effettuato: «Le pareti non sono state messe in sicurezza, massi e frane possono cadere in un qualsiasi momento. Nessuna rete, nessun consolidamento delle pareti. Nulla di nulla». Secondo loro i lavori sono stati realizzati portando via fondi legati al ripristino delle foreste distrutte dalla tempesta Vaia nel 2018. Per questo motivo vogliono far saltare la ventesima tappa del Giro 2023 e sono pronti a far ricorso alla Corte dei Conti.

Fermaglia sostiene inoltre che la strada sia stata messa in sicurezza solamente per il transito delle biciclette il 27 maggio (data della ventesima tappa), trascurando l’interesse degli abitanti del luogo. «Le canalette trasversali per drenare l’acqua sono state chiuse con una lamina in ferro. Ovviamente il buco sulla strada, come avrebbe dovuto essere, era un impedimento per i ciclisti che potevano cadere o bucare le gomme. Altro segno evidente che la cementificazione della strada serviva solo per le far arrivare le biciclette. Devo anche dire che le foglie hanno già ricoperto il ferro sopra le canalette e senza lo scolo dell’acqua quel cemento durerà poco. A maggio i ciclisti arriveranno in cima, ma penso che andrà in pezzi poco tempo dopo». Quindi conclude: «Noi cercheremo di fare il possibile per evitare il doppio scempio, ma se non ci riusciremo saremo certamente sul Lussari il giorno della tappa. Ma a protestare».