Morte Rebellin / Intanto il governo azzera il fondo per la costruzione di piste ciclabili

Ciclabile
La pista ciclabile di Trento (foto: Marzano)
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Noi ne parliamo sempre, ma in questi giorni dolorosi anche di più. L’uccisione di Davide Rebellin e quella del giovanissimo Manuel Lorenzo Ntube, la sera stessa, ha riportato sotto gli occhi di tutti i dati agghiaccianti sulla (in)sicurezza stradale.

Sappiamo che la violenza stradale è la prima causa di morte per gli Under 50 nel nostro Paese, e sappiamo anche che i ciclisti rappresentano il 50,9% dei morti sulle strade. Nel 2022 sono già 107 i morti in bicicletta. E tra i comportamenti che li hanno causato i più frequenti sono la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata, che insieme rappresentano il 39,7% dei casi (78.477).

In questo frangente doloroso stride ancora di più il taglio deciso dal ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini: la nota integrativa allegata al testo della manovra inviato alla Camera prevede infatti un azzeramento – senza spiegazioni – dei 94 milioni in 2 anni previsti per la costruzione di piste ciclabili. Sono esattamente 47 milioni di euro per il 2023 e altrettanti per il 2024 che erano rimasti nel Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane istituito dalla legge di bilancio 160/2019 (art. 1 comma 47) e non ancora assegnati.