Morte Rebellin / Il camionista è già all’estero, la mamma chiede giustizia. Mercoledì i funerali

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Davide Rebellin in allenamento la scorsa estate sul Colle dell'Agnello (foto: Facebook/Davide Rebellin)
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Ancora introvabile il camionista che ha ucciso Davide Rebellin pochi minuti prima di mezzogiorno, mercoledì, mentre era fuori a pedalare sulla sua gravel. L’ipotesi più probabile è che, resosi conto di quello che aveva fatto, sia scappato dall’Italia (da Montebello al confine del Brennero ci sono 270 chilometri).

La Procura di Vicenza ha aperto un fascicolo per omicidio stradale a carico di ignoti al quale potrebbe aggiungersi l’omissione di soccorso, ma i carabinieri del comando provinciale di Vicenza – che hanno concentrato le indagini su un tir rosso con targa tedesca – non sono ancora riusciti a dargli un nome. Al lavoro con gli inquirenti italiani anche l’Interpol. Il nome del colpevole salterà fuori, perché l’azienda proprietaria del tir dovrà necessariamente fornire le generalità dell’autista. A quel punto l’accusa contro ignoti potrà essere formalizzata.

La dinamica dell’incidente, dedotta dalle immagini delle telecamere di sicurezza, tre in particolare, è chiara: il camion rosso con rimorchio percorre la rotonda di Montebello Vicentino in direzione Verona, improvvisamente svolta a destra per entrare nel parcheggio del ristorante, le ruote agganciano Rebellin, lo trascinano e lo lasciano a terra dopo pochi metri. L’autista si ferma per un paio di minuti, torna sul camion, gira intorno al ristorante, riprende la rotonda e si dilegua. Ovviamente ha avuto il tempo di passare il confine, perché ancora nessuno stava cercando proprio lui.

La mamma di Davide, Brigida Gattere, vedova da luglio, chiede giustizia. «Spero che lo trovino. Se davvero è scappato, la giustizia faccia il suo corso: non si può morire così». Intanto oggi dovrebbe essere disposta l’autopsia. Il funerale è fissato per mercoledì in Duomo a Lonigo.