Un altro caso scuote la Federazione. Finirà in tribunale con Infront?

Dagnoni
Cordiano Dagnoni in una foto d'archivio al Giro d'Italia
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Dopo aver commissariato la Lega, la Federazione si appresterebbe nel consiglio federale del prossimo weekend a ratificare l’accordo che il presidente Cordiano Dagnoni nei caldi giorni delle “provvigioni irlandesi” avrebbe raggiunto con il presidente di Rcs Urbano Cairo.

Seguendo l’esempio del Tour de France, l’Rcs Sport è molto interessata all’organizzazione del Giro d’Italia femminile, ma la Federazione ha un accordo con Infront fino alla fine del 2024. I bene informati dicono che il presidente Dagnoni, nei giorni in cui la Gazzetta riproponeva quotidianamente cinque domande per avere chiarezza sulla vicenda, avrebbe offerto a Rcs Sport fin dal 2023 (il contratto con Selleri e Pavarini scade alla fine di quest’anno) il Giro d’Italia Under 23 e dal 2024 il Giro d’Italia donne. Non a caso, alla presentazione del Giro d’Italia, il presidente Cairo, dopo che i suoi stessi giornali avevano denunciato tutta la vicenda delle provvigioni, ha affermato che il presidente federale è un buon amico con il quale avrebbe certamente operato bene.

L’accordo con Rcs Sport provocherebbe però la rottura con Infront che dal canto suo si era impegnata a produrre tutte le immagini delle gare professionistiche italiane non organizzate da Rcs Sport, le immagini delle gare internazionali Under 23, le immagini del Giro d’Italia Under 23 (stante in essere il contratto con Pavarini e Selleri) e l’organizzazione del Giro d’Italia femminile. E per questo non si esclude nemmeno che la vicenda possa innescare una pesante disputa legale.

Rcs Sport è interessata solo all’organizzazione dei due Giro d’Italia e perciò gli organizzatori delle gare professionistiche italiane (senza Rcs Sport) e delle internazionali under 23 si troverebbero improvvisamente senza un servizio fondamentale per la stessa organizzazione delle loro gare.

Ad aggravare la situazione c’è il commissariamento della Lega che priva gli organizzatori di un ente di riferimento, cosa aggravata dal fatto che i commissari che oggi reggono la Lega sono nominati dalla stessa Federazione con un evidente conflitto di interessi.