È lo show dei record, tra sogni infranti, primati cancellati e performance mostruose, poi declassate dall’Unione Ciclistica Internazionale. Questo è lo show del Record dell’ora, dove un uomo e la sua bicicletta sfidano lo scorrere inesorabile del tempo, in quell’arco infernale di sessanta minuti che può portare alle porte del paradiso sportivo. A oggi, i 56,375 km che Chris Boardman coprì il 6 settembre 1996, restano la miglior prestazione umana della storia. Ma perché dal 1984 al 1996 (tra questi anche i due di Francesco Moser) si contano ben nove Record classificati come “Miglior Prestazione umana sull’ora”? Il punto su quibicisport.
Perché l’UCI ha cancellato nove Record dell’ora?
Dal 1° ottobre 2000 l’Uci ha invalidato i nove record successivi a quello di Eddy Merckx del 1972 (49,432 km), stabiliti da Francesco Moser (1984), Graeme Obree (1994, 1994), Miguel Indurain (1994), Tony Rominger (1994) e Christopher Boardman (1993, 1996). Cos’era successo? Fino agli anni ’70 erano state utilizzate tradizionali bici da pista. Secondo l’UCI, con il passare degli anni la tecnologia aveva modificato a tal punto le bici da rendere relativi i paragoni tra le prove: da allora le uniche bici valide per il record dell’ora sarebbero state quelle “tipo Merckx”. Chi aveva tentato la sfida dopo il belga aveva utilizzato biciclette speciali. Moser fu il primo ad usare ruote lenticolari, ovvero a disco pieno. Nel 1993 Graeme Obree sperimentò una bici sulla quale poteva assumere una posizione “a uovo”.
Molto celebre, tra l’altro, divenne la posizione da “Superman” di Chris Boardman, assunta grazie all’utilizzo sul manubrio di appendici da triathlon. Le più importanti innovazioni tecnologiche furono vietate e venne introdotta la distinzione tra “Record dell’Ora” e “Miglior prestazione sull’Ora”: tra i primi ci sarebbero stati i record dell’ora validi, tra i secondi i nove primati cancellati. Ma con le nuove regole la sfida perse attrazione e il record fu aggiornato solo due volte: il 27 ottobre 2000 da Christopher Boardman – che con 49,441 chilometri superò, a quel punto, Merckx – e il 19 luglio 2005 con Andrej Sosenka (49,700).