RECORD DELL’ORA / Da Olmo a Coppi, fino a Baldini: tutti i primati degli italiani

Vigorelli
È il 7 novembre 1942: Fausto Coppi batte il Record dell'Ora al Velodromo Vigorelli
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Italia: terra di santi, poeti, navigatori e di recordmen dell’ora. Il primo nella storia del nostro Paese, si inizia a progettarlo il 30 ottobre 1935. A Giuseppe Olmo viene proposto di provare a battere il Record dell’Ora: appartiene al francese Maurice Richard ed è pari a 44,777 chilometri. Passa appena un giorno e “Gepin” accetta la sfida: il 31 ottobre 1935 diventa il primo italiano della storia a stabilire il primato in un Velodromo Vigorelli completamente deserto, senza pubblico, perché non c’era stato il tempo utile per promuovere l’evento. Dopo di lui anche Fausto Coppi e l’ultimo a centrare l’impresa, Ercole Baldini nel 1956. Questa è “l’ora” di riportarlo a casa: ripercorriamo insieme su quibicisport i tre Record.

Record dell’ora, i primati azzurri: “Gepin” Olmo tutto in una notte, Fausto Coppi in un velodromo deserto per il rischio bombardamenti

Nel 1935 inizia l’ “Era dell’Ora” anche in Italia. Una proposta così, su due piedi, quella fatta a Giuseppe “Gepin” Olmo: è il 30 ottobre e decide di provarci subito, il giorno dopo. Scende in pista il 31 ottobre 1935. Il Velodromo Vigorelli è una galassia a parte, senza alcun spettatore e fino a poche prima dell’appuntamento di Olmo con la storia, il tempo non concede tregua e piove. La bici è una Bianchi da otto chili e mezzo, il rapporto montato un 24×7. Mission impossible? No! Il Record è realtà: Olmo è il primo a infrangere il muro dei 45 chilometri orari con 45,090.

Sette anni più tardi è la volta del “Campionissimo“. Sabato 7 novembre 1942, in piena guerra, Fausto Coppi stabilisce il nuovo record dell’ora al velodromo Vigorelli di Milano, semideserto a causa del rischio di bombardamenti.

Il 24 e 25 ottobre 1942, infatti la città ambrosiana aveva conosciuto, per la prima volta, i bombardamenti aerei e all’ultimo momento non fu resa nota al pubblico l’ora esatta della gara per evitare assembramenti, solo qualche operaio dal vicino stabilimento Alfa Romeo si accorge dell’evento durante la pausa pranzo. Alle 14,12 Fausto parte all’attacco del record detenuto dal francese Maurice Archambaud: Maglia di lana verde-oliva, a cinque tasche, braghe nere a mezza coscia, casco a strisce imbottite, scarpe di cuoio, bici da pista Legnano.

La bici per il Record di Coppi: un gioiello realizzato da Ugo Bianchi

La bici per il Record è stata realizzata da Ugo Bianchi, il meccanico della Legnano, forse aiutato nella preparazione da Faliero Masi: pesa sette chili e mezzo e ha due ruote che la stampa di allora definisce “specialissime”. Cerchi in legno e tubolari in seta da 110 grammi (anteriore) e 120 grammi (posteriore). I rapporti sono 52 x 15, con uno sviluppo di 7,38 m per pedalata. Pedivelle da 171 cm.

Al Vigorelli si sono dati appuntamento Serse, Cinelli, Pavesi della Legnano, Zambrini della Bianchi, Emilio Colombo, qualche giornalista; c’è anche Fiorenzo Magni, che su quella stessa pista in legno d’acero qualche giorno prima ha battuto il record dei 50 km. Il pubblico non è molto: poco prima è arrivato qualche operaio di un vicino stabilimento dell’Alfa Romeo, con la schiscetta in mano per la pausa pranzo.

Per riscaldarsi, quella mattina, è arrivato da Castellania in bicicletta. Forse a causa della scarsa esperienza di Fausto Coppi in questo tipo di prova l’inizio è troppo veloce, l’andatura troppo sostenuta ed al trentesimo giro iniziava ad avere un leggero ritardo. Alla mezz’ora Coppi stava perdendo terreno: 22,946 chilometri contro i 23,007 di Maurice Archambaud. Al settantesimo giro la crisi appare superata ed il ritardo inizia a diminuire, scendendo a 2 secondi dal tempo del francese. Gli ultimi 30 giri furono una vera sofferenza, sia per Coppi che per chi lo osservava: guadagnava metri preziosi in un giro per perderli poi in quello successivo, poi ancora guadagnava e quindi ne riperdeva in un altalena logorante. Al termine, dopo 115 giri di pista Coppi riuscì a battere il record dell’ora, portandolo a 45,871 Km, trentuno metri in più del record precedente.

L’ultimo Record di un italiano: Ercole Baldini, il numero dello “sputnik”

Il più vecchio campione olimpico su strada: Melbourne, 1956, 64 anni fa. Il più vecchio campione del mondo professionisti su strada: Reims, 1958, 62 anni fa. E il più vecchio vincitore del Giro d’Italia: 1958, 62 anni fa. Alla soglia dei novanta anni – li compirà il 26 gennaio – Ercole Baldini resta l’ultimo italiano ad aver fermato i cronometri sul Record dell’ora. Il tutto accade il 19 settembre del 1956, ancora da dilettante: 46,394 chilometri, mostruoso! Sempre in quell’anno, dopo aver svolto il servizio militare nel 1955, diventò campione italiano dell’inseguimento. Il tempo è tiranno. Ora è arriva l’Ora di Ganna.