Milesi parla da leader: «Nella cronometro dei mondiali voglio almeno il podio»

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Lorenzo Milesi in una foto d'archivio al Giro d'Italia U23
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Lorenzo Milesi dice che l’albergo della nazionale italiana è disperso nel nulla più assoluto (a Bowral, 75 chilometri a ovest di Wollongong). Non necessariamente un male, specialmente se c’è da preparare un campionato del mondo.

Per Milesi, al secondo anno tra gli Under 23, si tratta del debutto. Se nella passata stagione trascorsa alla Beltrami era considerato uno dei talenti più promettenti del ciclismo italiano, una volta passato alla formazione di sviluppo della Dsm si è rapidamente imposto come uno dei giovani più validi a livello internazionale.

La sua stagione lo testimonia: due tappe e la classifica degli scalatori al Triptyque des Monts et Châteaux, il settimo posto nella cronometro degli europei, una frazione sfiorata al Valle d’Aosta, una tappa d’alta montagna conquistata al Tour de l’Avenir.

Fino a quattro anni e mezzo fa giocava a calcio, poi si è rotto i legamenti della caviglia e ha cominciato a pedalare: primo giorno in sella il 19 giugno 2018, prima corsa un mese più tardi. Soltanto due anni dopo, nell’estate del 2020, conquistava il bronzo europeo nella prova contro il tempo riservata agli juniores anticipando corridori come Segaert, Ponomar, Uijtdebroeks, Ayuso e Miholjevic. Lo anticiparono soltanto Vacek, che quest’anno ha fatto sua una tappa all’Uae Tour dei professionisti, e Brenner, nel World Tour con la Dsm dalla passata stagione, ha portato a termine la Vuelta domenica scorsa.

Dalla sua trasferta iridata si aspetta molto, moltissimo.

Lorenzo, tu e Piganzoli siete i due cronomen a disposizione di Marco Velo e Marino Amadori. Avete già visto il percorso?

«No, lo scopriremo domani, chiuderanno anche le strade per permetterci di pedalare sul tracciato della prova contro il tempo. Da quello che mi hanno detto dovrebbe essere adatto alle mie caratteristiche, ma non dobbiamo farci condizionare dall’altimetria: vogliamo un grande risultato».

Quale?

«Ne parlavo poco fa con Piganzoli: lui punta ad entrare tra i primi dieci, io sinceramente parto per vincere. Mettiamola così: se non dovessi salire sul podio sarebbe grave, ecco. Sto bene, mi sono preparato a dovere e credo nelle mie possibilità».

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Lorenzo Milesi in una foto d’archivio al Giro della Valle d’Aosta

Quali avversari temete maggiormente?

«Non so ancora con esattezza chi ci sarà, ma sicuramente Segaert, Miholjevic e Vacek sono tre nomi grossi».

Sai già se parteciperai anche alla prova in linea?

«No, non è stato ancora deciso niente. Amadori aspetterà l’esito della cronometro e poi deciderà. Inutile dire che esserci mi piacerebbe, siamo un bel gruppo e non ci manca niente per centrare un grande risultato anche nella prova in linea».

Perché Amadori fa così tanto affidamento su di te, dal tuo punto di vista?

«A me non piace chiacchierare di come sono fatto, andrebbe chiesto a lui. Ho letto quello che ha detto sul mio Avenir, che sarei stato fondamentale nel tenere unita la squadra. Diciamo che era facile, eravamo rimasti solo in tre…».

Dopo la sciagurata cronosquadre in cui sono andati fuori tempo massimo Dapporto e Bruttomesso, prima di perdere anche Martinelli.

«Di quello che è successo nella cronosquadre si è già parlato a sufficienza. Per me e Piganzoli si trattava di una bella giornata, le sfide contro il tempo ci piacciono, però mi rendo conto che non siamo tutti uguali. Amadori, dopo la corsa, ha alzato la voce e s’è fatto sentire. E’ stato duro, ma cos’altro poteva fare? E’ tutta esperienza, mettiamola così».

Lorenzo Milesi durante la cronometro individuale degli Europei juniores 2020 (foto: TeamBeltrami)

Nell’ultima tappa dell’Avenir hai conquistato il successo più prestigioso della tua carriera. Com’è andata?

«Volevo entrare nella fuga di giornata, sapevo che sarebbe potuta arrivare. Ho capito che potevo farcela quando, in cima all’Iseran, mi sono reso conto che da dietro non rientrava nessuno. Un successo del genere mi dà fiducia per il futuro: la resistenza non mi è mai mancata, ma conquistare una frazione d’alta montagna al decimo giorno di corsa è un altro discorso».

Eri andato all’attacco anche nella seconda tappa.

«Sì, ma non ero molto soddisfatto di com’era andata la prima metà di Avenir. Insomma, siamo l’Italia e non avevamo centrato nemmeno un piazzamento tra i primi dieci. Io stesso non mi ero mosso bene, sbagliando le tempistiche. Sono contento di come ho reagito, mi sono rifatto con gli interessi».

La tua stagione è stata ottima. Hai qualche rimpianto?

«Certo, per non averne bisognerebbe vincere ogni volta che ci si attacca il numero alla schiena. Non mi è andato giù il settimo posto nella cronometro degli europei e mi è dispiaciuto molto cadere e dovermi ritirare da quella tricolore».

Nel 2023 ti vedremo tra i professionisti?

«Ne stiamo parlando, ma per il momento non c’è niente di ufficiale. Io mi sento pronto. La mia stagione finirà il 9 ottobre alla Parigi-Tours dei professionisti, al resto ci penseremo quando sarà il momento».