Vuelta di Spagna 2022, brilla la stella di Ayuso: «Sto bene, ma non mi sono posto obiettivi particolari. Spero di continuare così fino a Madrid»

Ayuso
Juan Ayuso durante la Vuelta di Spagna 2022 (photo Rafa Gomez/SprintCyclingAgency©2022)
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Quando lo scorso anno José Matxin aveva consigliato alla Colpack di prendere in custodia un assoluto talento come Juan Ayuso, nessuno poteva pensare a cosa sarebbe successo di lì a poco. Lo spagnolo ha dominato tutte le classiche internazionali Under 23, oltre a conquistare la maglia rosa al Giro d’Italia di categoria, dimostrando di essere a un livello assolutamente superiore ai suoi coetanei.

A metà stagione la UAE Team Emirates lo ha richiamato alla base, facendogli firmare un contratto lungo, degno di Pogacar. Dopo qualche mese di rodaggio, la formazione mediorientale ha iniziato a dargli sempre più importanza, fino a farlo debuttare qualche giorno fa alla Vuelta di Spagna.

Fino a questo momento la corsa di Ayuso è stata al di sopra di qualsiasi aspettativa. Quinto nella generale con la sensazione che la condizione stia crescendo giorno dopo giorno sempre di più.

«Non avevo un obiettivo, perché è la mia prima grande corsa a tappe. È chiaro che in questa prima settimana ho scoperto di avere una buona condizione e il piazzamento in classifica generale è ottimo. Vedremo giorno dopo giorno cosa riusciremo a fare, senza pressioni».

Evenepoel ha solamente due anni di più, classe 2000 contro classe 2002. La sensazione è che in futuro i due, insieme a Pogacar e tutti gli altri giovani, ci regaleranno grande spettacolo. Al momento il belga, anche grazie ai tre anni di professionismo e di esperienza in più, ne ha leggermente di più.

«Evenepoel sta andando fortissimo ed è il favorito numero uno per la maglia rossa. Certo non sappiamo come si comporterà nella terza settimana, ma neppure io so come risponderà il mio corpo alle fatiche. La mia sfida al momento non è con lui».

Giovane, forte e spagnolo come Ayuso è anche Carlos Rodriguez della Ineos-Grenadiers. I due sono considerati i veri e propri gioielli del ciclismo iberico, coloro che riporteranno la bandiera giallorossa sul gradino più alto dei grandi Giri. Ma qual è il rapporto tra loro?

«Io e Carlos siamo rivali e amici. Ovviamente corriamo per squadre diverse, quindi in corsa ci rispettiamo, ma siamo avversari. Allo stesso tempo siamo cresciuti insieme, sportivamente parlando, e abbiamo condiviso tanti giorni con la maglia della nazionale. C’è un bel rapporto tra noi».