Vuelta, Aru passa il testimone ad Affini: «Edoardo merita davvero questa maglia. Per la vittoria finale vedo Hindley favorito»

Aru
Fabio Aru alla Vuelta di Spagna 2015
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Vedere Edoardo Affini sul podio della terza tappa della Vuelta di Spagna con quel bellissimo sorriso, non può che aver fatto tornare alla mente l’impresa di Fabio Aru nel 2015. Il sardo, ritiratosi a fine stagione scorsa, ha sempre avuto un bellissimo rapporto con la Spagna e con la Vuelta, è lì infatti che ha conquistato il successo più grande di tutta la sua carriera, battendo niente poco di meno che Tom Dumoulin.

Aru è stato inoltre l’ultimo italiano a indossare quella maglia prima di Affini. Sette anni di digiuno che il corridore della Jumbo-Visma ha finalmente spezzato. Con l’occasione non possiamo che scambiare due chiacchiere proprio con Fabio e ricordare quelle bellissime tre settimane in giro per la penisola iberica.

Fabio, sette anni dopo un altro italiano in maglia rossa…

«Finalmente! Sono davvero felice per Edoardo, una persona d’oro e che merita questa maglia dopo tanti piazzamenti. Poi la cronosquadre della Jumbo è stata incredibile, ultimamente fanno un po’ come vogliono».

Fabio Aru in maglia bianca alla Vuelta 2015 prima della cronometro

Quindi vedi Roglic come favorito?

«Non so, dipende molto dalle sue condizioni. Al massimo della forma secondo me sarebbe stato il favorito numero uno, ma così mi resta qualche dubbio. Non è semplice rientrare dopo una botta fisica e morale come la sua».

Chi altro può lottare per la vittoria?

«Quest’anno la Vuelta ha un parterre davvero importante. Non se ne parla molto ma c’è Hindley che ha vinto il Giro e deve assolutamente essere messo tra i favoriti. Poi c’è Carapaz, Yates. Insomma, tutta gente che sa come si vince».

Che ricordi hai della tua Vuelta?

«Ricordi dolcissimi. Ho sempre amato molto la Spagna e le sue corse, mi piaceva allenarmi li e correre davanti a quei tifosi così pieni di passione. Nel 2015 ho realizzato il mio sogno di vincere un grande Giro, il modo in cui è avvenuto poi, con quella giornata all’attacco, lo rende ancora più speciale».

Fabio Aru autografa la maglia rossa alla Vuelta 2015

Una tattica perfetta dell’Astana con Martinelli in ammiraglia…

«Eravamo uno squadrone. Landa in quella Vuelta fu preziosissimo e come lui anche Rosa, Cataldo, Vanotti, Zeits e Luis Leon Sanchez, che andò in fuga e mi aiutò parecchio a mettere in difficoltà Dumoulin. Ci separavano solo sei secondi, ma non era semplice staccarlo».

Hai nominato Dumoulin, anche lui come te si è ritirato. Che ne pensi della sua scelta?

«Ovviamente rispetto la sua scelta. Vi assicuro che non è semplice smettere dopo tanti anni dedicati a questa passione, che poi è diventata lavoro. Ci avrà pensato, ci avrà ragionato a lungo e solamente dopo tanti giorni di valutazione avrà dato l’annuncio. Il ciclismo moderno è difficile e sicuramente Tom ha le sue ragioni per uscire dal mondo delle corse».

Ti abbiamo visto con Pozzato e Uran in un post Instagram. Cosa avete fatto insieme?

«Loro erano entrambi in Sardegna per alcuni giorni di vacanza. È sempre bello quando colleghi ed ex colleghi scelgono la mia Isola per recuperare dalle fatiche, ma anche per pedalare. Abbiamo passato un po’ di tempo insieme e ho fatto conoscere loro alcune bellezze del territorio. Una giornata molto bella e che spero di ripetere presto».