Ecco Evenepoel, più magro che mai: «Il Tour mi ha divertito, sogno la Vuelta»

Evenepoel
Remco Evenepoel alla partenza della tappa della Tirreno-Adriatico, dalla Cascata delle Marmore (foto: LaPresse)
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Arrivato a San Sebastian, dove tre anni fa è diventato improvvisamente grande, Remco Evenepoel ha raccontato ai giornalisti come si è preparato nelle tre settimane trascorse a Livigno. Scalando cinque volte lo Stelvio, tre volte il Mortirolo dal versante più ripido e tante altre salite in Italia.

La Vuelta è il suo obiettivo principale. «Devo essere davvero bravo solo nella terza settimana», ha detto raccontando di essersi divertito a seguire il Tour de France. Remco è molto magro e tirato. Ma pieno di entusiasmo. «Sono andato a Livigno in macchina. Sono stato lì per tre settimane, mi sono allenato a lungo in montagna senza troppa intensità. Volevo gettare una grande base lì per iniziare questo blocco. Non mi sono preparato specificamente per San Sebastián. Ho avuto settimane difficili, due delle quali hanno comportato più di trenta ore di allenamento. E’ molto, lo so. Ma è andato tutto liscio, non ho avuto problemi, cadute o altre stupidaggini. Finora la mia preparazione è stata buona».

Del Remco che vinse nel 2019 è rimasto solo qualcosa. «Sono un atleta più completo. A quel tempo avevo solo diciannove anni e il mio corpo era ancora in via di sviluppo. Inoltre, ora vedo meglio le corse, le leggo meglio. E sono più esperto e più esplosivo di quando ho vinto nel 2019. Sono anche un po’ meno pesante. Ci sono allenamenti specifici che aiutano a perdere massa muscolare o grasso. Rispetto alla Clásica San Sebastian di tre anni fa, ora sono più leggero di un chilo e mezzo, forse due».

Remco ammette di aver avuto problemi sulle salite ripide. «Più ripida è la salita, più importante è il peso. La perdita di peso che ho avuto ultimamente può davvero aiutarmi. Soffro meno sui tratti molto ripidi. Mi sono allenato molto sul Mortirolo e su altre salite molto ripide a Livigno perché so cosa succederà anche alla Vuelta. Ho sentito durante quegli allenamenti che mi sono abituato rapidamente a quei tratti ripidi. Inoltre, la mia esplosività è anche leggermente migliore rispetto a qualche mese fa, nonostante la perdita di peso».

Per quanto riguarda la Vuelta, Evenepoel procede un passo alla volta. «Difficile dire se posso andarci per un buon risultato in classifica generale. Se riuscirò a vincere una tappa, o magari due, allora potrò già parlare di una Vuelta di successo. Lasciatemi dire così: l’obiettivo principale è vincere un giro. Tutto ciò che riesce a livello di classifica è un extra. In ogni caso, inizierò la Vuelta puntando sulla vittoria di tappa, in particolare guardo alla cronometro del decimo giorno. Inoltre, con la Quick-Step puntiamo anche alla cronometro a squadre di Utrecht. Questo è sempre importante per noi e saremo al via con una squadra forte. Una vittoria nella cronometro a squadre significherebbe per me una Vuelta perfetta».

Sono ancora le salite il punto interrogativo per sentirsi al livello di Pogacar, Vingegaard e Bernal. «Nelle cronometro sono già andato ai massimi livelli quest’anno. Ma in salita ogni tanto ho dei problemi quando cerco di seguire i migliori in gara. Ho fatto una preparazione specifica per la Vuelta, dove ci sono traguardi in salita brutali, e spero che nulla vada storto nelle prossime settimane. Vado alla Vuelta con un approccio completamente diverso rispetto al Giro d’Italia dell’anno scorso. Mi sento ancora fresco, nonostante settimane di allenamento di oltre trenta ore. Quella freschezza è la cosa più importante ai miei occhi. Ho imparato il ritmo e la sensazione della scalata, ora sono abituato a quello sforzo. Per lavorare per il mio grande sogno che spero di realizzare un giorno – salire sul podio finale di un grande Giro – devo scoprire me stesso e superare i miei limiti. Sono curioso di vedere dove questo porterà».