Van Vleuten imbestialita, alza il polverone sulla tappa “sterrata” al Tour Femmes: «Una tortura, ma sono sopravvissuta»

Annemiek Van Vleuten alla partenza della terza tappa del Tour Femmes (foto: A.S.O./Fabien Boukla)
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«Sono sollevata per essere sopravvissuta». Parole pesanti come macigni quelle di una campionessa senza età e senza tempo come Annemiek Van Vleuten. Di tappe in versione da Classica nei grandi Giri se ne discute spesso, ma forse si va poco in profondità alla radice del problema che viene sottolineato da atlete che contano in gruppo, come l’olandese della Movistar. Perché, in fondo, il ciclismo rimane pur sempre uno sport e non un tiro a segno o una corsa al massacro. La Van Vleuten, come già affrontato ieri su quibicisport con Tatiana Guderzo, ha definito la giornata sterrata come una tortura. Approfondiamo il tema, commentiamolo insieme e discutiamone su Bicisport.

Van Vleuten una furia dopo la tappa dello sterrato al Tour Femmes: «Giornate così non appartengono a un grande Giro»

Il confine tra sport e spettacolo è molto labile: la domanda da porsi è questa, puntuale e precisa. Bisogna perseverare nell’andare incontro ai gusti, alle esigenze e alla volontà di un pubblico che diventa sempre più protagonista e parte integrante di un evento oppure cercare di tutelare le atlete e i campioni che rischiano a ogni metro di corsa? Ecco cosa ha detto Annemiek Van Vleuten dopo la tappa-monstre di ieri sulle strade “bianche” del Tour de France Femmes 2022: «Nonostante tutto ho guidato molto bene, ma è stata una vera e propria tortura se penso anche a quello che ho passato il giorno prima. Sono sollevata per essere sopravvissuta».

La critica su una tappa del genere in un contesto come quello di un grande Giro è molto dura e aspra: «Questo non appartiene a una corsa a tappe. Sarà anche bello per chi vince, ma non per chi lotta per la classifica generale. Mi piacciono le Strade Bianche, ma quelle in Italia le affronti in una gara di un giorno».