Tour de France Femmes 2022 / La flamme rouge di Tatiana Guderzo: «Wiebes perfetta. Vos infinita. Da Balsamo ci si aspettava di più»

Tour de France
Immagini dal Tour de France Femmes (foto: A.S.O./Maheux)
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Poche ore prima che gli uomini approdassero a Parigi, i Campi Elisi sono stato lo scenario magnifico che ha lanciato il Tour de France Femmes. Una prima tappa che è stata una specie di mondiale delle velociste con la favorita della vigilia, Lorena Wiebes che ha confermato il pronostico.

Tatiana Guderzo, la campionessa del mondo di Mendrisio 2009, conosce bene il circuito parigino avendo disputato la Course by le Tour de France nel 2014, e non nasconde che da atleta e da appassionata si è emozionata nel vedere le sue compagne sfilare sugli iconici viali parigini.

«Quello dei Campi Elisi è un tracciato bellissimo e ho provato una sana gelosia – racconta Tatiana – nel vedere le atlete pedalare e scrivere una storia di cui mi sento parte, perché sono sempre stata una paladina del ciclismo femminile che merita tanto. So che è un’utopia, ma mi piacerebbe che un giorno le ragazze nelle ultime tappe possano pedalare sugli stessi percorsi degli uomini perché meritano di essere applaudite dagli appassionati. L’unica critica che posso fare a questa bellissima apertura è che posticipandola di qualche ora ci sarebbe stata più gente sui Campi Elisi. Capisco che è difficile dal punto di vista organizzativo, ma si possono trovare delle soluzioni. Grazie Tour, ma che sia solo un trampolino di lancio per il futuro».

Allora Tatiana diamo i voti a tre protagoniste. Dalla migliore a chi ha deluso passando dalla sorpresa…

«La migliore è stata senz’altro la vincitrice Lorena Wiebes, che si merita un bel 9. Ha fatto la sua volata senza neanche guardare la Vos, è rimasta nella sua traiettoria non ha fatto nessun cambio di direzione e ha sprigionato i suoi watt. Ho visto una Wiebes magra, da velocista pura che magari nel passato si staccava sui cavalcavia, ha dimostrato di essere in grande condizione: non bisogna sottovalutarla nemmeno nelle tappe intermedie dove non ci sono salite importanti ma strappi abbordabili. Però tra le migliori metterei anche Marianne Vos…»

Una corsa perfetta con una grande Jumbo-Visma.

«Esatto la squadra ha lavorato molto bene, Marianne non è riuscita a vincere ma le do 8 perché è il simbolo dell’infinito e lei è infinita e riesce a regalare sempre grandi emozioni. La vedremo ancora davanti perché corre sempre per vincere e penso che in questo Tour punti anche alla maglia verde».

C’era grande attesa per Elisa Balsamo, che tra l’altro è partita con il numero 1, ma l’iridata si è fermata al settimo posto.

«Dalla campionessa del mondo ci si aspettava di più, sognavamo tutti di vederla sul podio. Sono costretta a darle un 6 ma più col cuore che come giudizio tecnico. Quella della Trek-Segafredo è stata una volata complicata. Negli ultimi tre chilometri Elisa aveva un treno con tre compagne: Van Dijk, Cordon-Ragot e Longo Borghini. Nella penultima curva, prima del sottopassaggio probabilmente ci sono stati degli sbandamenti, del nervosismo, la Cordon-Ragot ha perso la ruota della Van Dijk che ha continuato a tirare. In televisione non si è visto, ma forse Longo Borghini ha cercato di portare sotto la Balsamo che a quel punto era sola e si è trovata a fare una volata strana anticipata dalla Norsgaard, e nel finale si anche un po’ chiusa con la Barbieri».

Rachele Barbieri ha sfiorato il podio, nell’ultima volata del Giro Donne si era piazzata seconda: è la velocista della Liv la sorpresa di questa prima tappa?

«Rachele è stata brava, anche perché era senza treno e da sola è riuscita comunque a uscire abbastanza bene. Probabilmente è rimasta chiusa anche lei, perché si è “spallata” con la Balsamo ma le darei un 7 perché si sta facendo trovare pronta nelle volate, e dal Giro Donne fino ad arrivare a questa prima tappa del Tour è sempre stata nella top ten: significa che sta lavorando nella direzione giusta».