TOUR DE FRANCE / VisconTOUR, Giovanni Visconti: «Vingegaard, adesso sì che il tuo Tour è da incorniciare! Pogacar? Ha deposto le armi regalando spettacolo» 

Tour de France
L'abbraccio tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar al termine della tappa di Hautacam al Tour de France 2022 (foto: A.S.O./Ballet)
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VisconTOUR, ovvero l’analisi tecnico-tattica (e non solo) di Giovanni Visconti. Segui con noi e per tutta la durata del Tour de France, il punto dell’ex campione siciliano per capire, approfondire e discutere con lo stesso “Visco” non solo i fatti principali ma anche quelli più curiosi e divertenti della 109ª edizione della Grande Boucle.

Ci divertiremo e… passaparola: siete tutti invitati!

– Giovanni, Vingegaard ha praticamente vinto il Tour de France. Ieri per il corridore della Jumbo-Visma è arrivata una tappa straordinaria (la sua seconda in questa Boucle) con un vantaggio in classifica che ora sfiora i tre minuti e mezzo su Tadej Pogacar. Niente male, non ti pare?

– Eh, che dire… Jonas è stato straordinario e ha incorniciato nel modo migliore un Tour de France a dir poco splendido. Vincere con la maglia gialla e poi chiudere a Parigi sul gradino più alto del podio è sempre qualcosa di unico. La Jumbo-Visma ieri non ha sbagliato un colpo e alla fine, oltre al successo della tappa, il danese ha conquistato anche la maglia a pois di miglior scalatore della corsa. Che cosa chiedere di più? 

Pogacar le ha provate tutte attaccando per ben sei volte prima di cadere giù dallo Spandelles. Poi, rientrato anche grazie alla maglia gialla che lo ha aspettato, si è staccato nel finale accusando un ritardo al traguardo di circa un minuto. Per Tadej impossibile fare di più, non credi?

– Assolutamente! Tadej è stato un grande per coraggio e tigna e anche se sapeva di essere inferiore a Vingegaard non ha mai mollato continuando ad attaccare forse più per lo spettacolo e per i tifosi che per convinzione di poter rovesciare la corsa. Il vincitore degli ultimi due Tour ha deposto le armi con onore e lo ha fatto da grande campione al pari del suo rivale capace addirittura di aspettarlo quando lo sloveno è caduto. Emozioni vere!

– A proposito della scivolata dello sloveno e di Vingegaard che lo ha aspettato sfoggiando grandissima classe. Come giudichi il comportamento del corridore danese? Mirabile esempio di fair play o secondo te la corsa è corsa e un certo buonismo, seppure encomiabile, rischia di falsare la competizione?

– Penso che sia stata una scena molto bella, almeno a me è piaciuta parecchio. Vingegaard sapeva che proseguire da solo in quel momento non aveva senso e così ha fatto un po’ di teatro aspettando il rivale. Sì, è stato bravo anche perché con quell’episodio ha praticamente chiuso la corsa sovrastando Pogacar sotto tutti i punti di vista. Per questo dico che oltre ad aver fatto un bel gesto di fair play Jonas ha azzeccato tutto anche dal punto di vista tattico.

– Ma se domani Vingegaard dovesse cadere e Pogacar non lo dovesse aspettare come commenteresti? Definiresti scorretto l’atteggiamento dello sloveno?

– No, direi che sono situazioni diverse che non si possono mettere sullo stesso piano. Ci sono situazioni e situazioni e non sempre il fair play è uguale: cambiano gli scenari e possono cambiare i contesti. Ad esempio, prima che Tadej scivolasse nella ghiaia era toccato a Vingegaard sganciare il piede dal pedale per non rischiare di cadere. Beh, Pogacar se ne è accorto e ha proseguito l’azione cercando di scappar via e se avesse guadagnato terreno nessuno avrebbe detto nulla… 

– Giovanni, parliamo di Van Aert. Wout ieri è scattato al chilometro zero e per poco non va a vincere la tappa. Ma secondo te un giorno il belga, facendo una preparazione specifica, potrebbe vincere un grande Giro? 

– Il belga è un “mostro” per forza, determinazione, coraggio e motore. Direi che il suo Tour è stato indescrivibile anche perché non è ancora finito. A mio avviso infatti il fenomeno belga rischia di vincere sia la cronometro del penultimo giorno che la passerella finale a Parigi che peraltro ha già vinto lo scorso anno. Potrà Wout un giorno vincere un grande Giro? No, io dico di no. O meglio, dico che non gli conviene rischiare di stravolgere il suo corpo e la sua preparazione per provare ad essere competitivo in un grande Giro di tre settimane. Van Aert è meraviglioso così com’è e secondo me non dovrebbe cambiare di una virgola il suo modo di correre perché è forza e spettacolo allo stato puro.

– “Visco”, lo sfortunato Tour di Damiano Caruso non poteva finire peggio con l’abbandono della corsa a causa del Covid. Una vera maledizione…

– Sì, ma da un certo punto di vista dico che è meglio che sia finita così nel senso che con la positività Caruso ha trovato una risposta ai tanti dubbi che lo attanagliavano. Forse adesso capiamo meglio tante cose sulle sue difficoltà in questo Tour e sui suoi scarsi risultati. Comunque, come dicevo l’altro giorno, viva questi giorni di recupero con serenità e ottimismo e poi torni in bicicletta con nuovi stimoli e nuovo slancio. La Vuelta è dietro l’angolo e Damiano in Spagna avrà tutte le carte per risorgere. Alé!