
Il tempo di rifiatare dopo l’arrivo, un po’ scuretta in volto a dir la verità, ma dal momento in cui sale sul podio per le premiazioni all’ombra della Rocca Malatestiana di Cesena, Marta Cavalli ritrova il sorriso e la sicurezza. Mentre le sue compagne di avventura, Annemiek Van Vleuten, nuova maglia rosa, e Mavi Garcia, seconda in classifica usano frasi di circostanza, tipo che il Giro è ancora lungo e ci sono tre tappe dure nel finale, la cremonese va dritta al punto: «Questo Giro ce lo giocheremo noi, a parte crisi estreme». Ecco la sintesi della quarta tappa che ha terremotato la classifica del Giro Donne. Chi avrebbe mai potuto immaginare che una frazione con due colli di terza categoria e uno di seconda, più un’ultima ascesa non categorizzata nel finale (non si sa perché…) avrebbe fatto più sfracelli di un arrivo in quota?
Cavalli al mattino qualcosa aveva fiutato. Prima del via aveva dichiarato a quibicisport.it: «Mi aspetto una tappa nervosa e aggressiva con le donne di classifica già agguerrite, bisogna essere pronte». E lei, che già era andata a sprintare sul traguardo volante di Bertinoro guadagnando un secondo e dimostrando di essere “carica”, quando l’inossidabile Van Vleuten ha accelerato sulle rampe del Barbotto, ha risposto insieme a Mavi Garcia e alla vincitrice della crono di Cagliari, l’americana Kristen Faulkner, che però dopo un po’ ha ceduto.
Tre atlete a giocarsi il Giro Donne
Il terzetto è andato via guadagnando secondi su secondi, mentre alle spalle il gruppetto delle inseguitrici non trovava l’accordo grazie anche a una splendida Erica Magnaldi, compagna della spagnola Mavi Garcia alla Uae Team Adq, che faceva da stopper, con la collaborazione di Evita Muzic e Cecilie Ludwig Utrupp della Fdj-Nouvelle Aquitaine, il team della Cavalli. Grande assente la Trek-Segafredo che probabilmente ha provato a proteggere la maglia di Elisa Balsamo, quando Longo Borghini è rientrata nel gruppetto delle inseguitrici insieme a Silvia Persico della Valcar, la corsa davanti ormai era andata. Sull’ultimo strappo di Carpineto ha pagato invece Marta Cavalli che ha perso le ruote delle due battistrada tagliando il traguardo con 43 secondi di distacco. «Forse mi è mancato un filino di condizione – analizza Marta con la sua abituale lucidità – veniamo da giorni in cui non abbiamo fatto grandi intensità e probabilmente ho perso un po’ di feeling con gli sforzi estremi, anche il caldo non ha aiutato. Però non mi scoraggio perché so che con il passare delle tappe, con l’aumentare della fatica per tutte, o riesco a recuperare meglio e credo di poter rimontare qualcosa».
Le gerarchie di questo Giro Donne ormai sono stabilite: sua maestà Van Vleuten, super favorita alla vigilia, ha fatto valere la sua legge: «Ho deciso di attaccare perché preferisco stare davanti “al sicuro”. Il mio direttore sportivo non sarà contento – scoppia a ridere l’olandese – ma io amo vestire questa maglia (che ha già vinto nel 2018 e nel 2019, ndr)». La doppietta Giro-Tour è il grande obiettivo di Annemiek, la “Valverde” del ciclismo femminile che a ottobre compirà 40 anni. «Come farò a mantenere la forma per il Tour? Nessun problema – spiega Van Vleuten – sono scesa da Livigno il giorno prima della crono di Cagliari e gli effetti dell’altura continueranno nelle prossime tre settimane. Finito il Giro tornerò in altura, sempre a Livigno, un luogo che amo, per rilassarmi e fare il bagno nel lago. Di solito per me è più difficile ricaricarmi mentalmente che recuperare fisicamente: ma il Tour Femmes è una sfida che mi gasa tantissimo».
Ultimo accenno a Elisa Longo Borghini, quarta in classifica a 5 minuti tondi, la grande sconfitta di giornata. «Elisa ha sempre detto che sarebbe venuta al Giro per le tappe – dice Balsamo – ma noi sappiamo benissimo come è lei e il carattere che ha, non mollerà e saremo pronte ad aiutarla». Forse, però potrebbe essere troppo tardi…










