TOUR DE FRANCE / Caso Bahrain, il racconto da dentro: «Perquisito per cinque ore da 15-20 agenti»

Bahrain-Victorious
La Bahrain-Victorious al Tour de France 2021 (foto: A.S.O./Lopez)
Tempo di lettura: 2 minuti

Cinque ore di perquisizione a tappeto in casa, condotta da 15-20 agenti di polizia, e sequestro di tutti gli strumenti elettronici: il racconto «da dentro» del caso Bahrain-Victorious, che ha scosso la vigilia del Tour, è tutto da leggere. Decisamente impressionanti le dichiarazioni rilasciate a CyclingTips da Barnabé Moulin, un osteopata che lavora nel ciclismo dal 2014 e vive in Spagna, nella regione di Alicante.

Moulin ha raccontato della perquisizione subita nei giorni scorsi da lui da corridori e personale di supporto del team. Ricordiamo che questa mattina all’alba gli agenti hanno perquisito anche le stanze dell’hotel occupato dalla Bahrain Victorious a Copenaghen.

«Ho ricevuto la visita della polizia lunedì mattina alle 11 – ha detto Moulin a CyclingTips – come altre persone della squadra. Stavo per iniziare i miei appuntamenti con i pazienti e quando ho aperto la porta che dà sul mio giardino la polizia era lì fuori». La ricerca – ha raccontato ancora – è durata cinque ore ed è stata condotta da circa 15-20 agenti di polizia: 10 erano in casa sua, altri erano in terrazza e altri ancora hanno sequestrato materiale.

«È stata una grande sorpresa», ha continuato Moulin. «Non sapevo perché. Alla fine mi hanno spiegato che era per la vicenda del Tour dell’anno scorso. Hanno iniziato a indagare in tutta la mia casa, nelle mie cose, l’auto, tutto, ogni millimetro. Una ricerca di cinque ore. È stato davvero pazzesco. Alla fine sono usciti con tutta la mia roba elettronica. Computer, tablet, telefono, anche il mio modem, e mi dico: perché il modem?».

Questo è il secondo laptop che Moulin si vede confiscare dalla polizia, il primo glielo presero durante il raid al Tour de France dello scorso anno. Non gli è stato ancora restituito. «Contiene tutto ciò di cui ho bisogno per il lavoro e le foto personali, quindi ho poche speranze di riavere presto quello nuovo, è ridicolo», avrebbe detto a CyclingTips.

Dopo la perquisizione Moulin ha parlato con i membri dello staff. «Ho parlato un po’ stamattina con il dottore, è molto giù, per lui sono state 14 ore, peggio di me. È deluso perché dice che non sta facendo questo lavoro per avere quel tipo di problemi. Anch’io. Non stiamo lavorando per avere sospetti come questo. È pazzesco. Non siamo più negli anni 2000. Questi nuovi ragazzi che abbiamo nel ciclismo non meritano di essere svegliati alle 5.30 in hotel. Non ha senso».