Dal tris della Mapei a Roubaix alla morra cinese tra Pogacar e Majka: ecco come si scelgono i vincitori nella stessa squadra

Giro di Slovenia
Rafal Majka e Tadej Pogacar festeggiano al Giro di Slovenia la vittoria della quarta tappa
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La simpatica morra cinese tra Tadej Pogacar e Rafal Majka, con quest’ultimo che butta giù la carta che avvolge il sasso dello sloveno, ha messo in luce un tema sempre più attuale. Di arrivi di squadra in parata nelle ultime stagioni ne abbiamo visti parecchi e il gioco carta-forbice-sasso tra i due corridori della UAE Emirates nella quarta tappa del Giro di Slovenia è la risoluzione più spontanea e divertente che si sia mai vista.

La coppia Pogacar-Majka ha dominato la corsa a tappe slovena e solo una delle cinque tappe non porta la loro firma, contando anche la generale a Tadej e la classifica a punti e di miglior scalatore al corridore polacco. Un dominio assoluto, tanto da permettersi, nella totale spensieratezza, di decidere giocando chi tagliasse per primo il traguardo. Show puro quindi sulla salita di Velika Planina, ovviamente con il via libera dell’ammiraglia. Ed è proprio da quest’ultima che spesso in passato sono arrivati gli ordini su chi tra i due o più compagni si squadra all’arrivo dovesse alzare le braccia al cielo.

Che belli gli arrivi di squadra in parata, ma come si sceglie chi vince?

«Non era mai capitato che una formazione dominasse una corsa in questa maniera» esclamò Adriano De Zan in telecronaca dopo che la Gewiss-Ballan conquistò primo, secondo e terzo posto della Freccia Vallone nel 1994. Un tris finalizzato da Moreno Argentin, che quel giorno vinse per la terza volta sul Muro di Huy, accompagnato da Giorgio Furlan ed Evgenij Berzin. Il capitano designato aveva diritto alla vittoria e sempre seguendo gli ordini di scuderia si decise la Parigi-Roubaix del 1996, firmata dallo storico tris Mapei: Johan Museeuw, Gianluca Bortolami, Andrea Tafi, rispettivamente al primo, secondo e terzo gradino del podio. Una telefonata tra il patron Giorgio Squinzi e il diesse Patrick Lefevere decise quell’ordine di arrivo e partendo senza una gerarchia iniziale chiara quei sorrisi di Bortolami e Tafi sul traguardo forse erano un po’ forzati. Volata vera fu invece tra altri due corridori della Mapei arrivati in solitaria sul traguardo della Liegi-Bastogne-Liegi 2002: Stefano Garzelli e Paolo Bettini, con quest’ultimo alla vittoria.

Diktat dall’ammiraglia che non sempre arrivano, come nella recente doppietta della Ineos Grenadiers nella diciottesima tappa del Tour de France 2020. Michal Kwiatkowski e Richard Carapaz si presero la scena in quella frazione staccando tutti gli altri fuggitivi e riscattando una Grande Boucle negativa per la propria squadra, causa ritiro del capitano Egan Bernal. Carapaz volle premiare la storica dedizione per i propri compagni del corridore polacco e i due arrivano così abbracciati sul traguardo di La Roche sur Foron, con la ruota di Kwiatkowski davanti. Come i capitani dell’altra corazzata di oggi, la Jumbo-Visma, Primoz Roglic e Wout van Aert, vollero lasciare la vittoria al gregario Cristophe Laporte nella prima tappa della Parigi-Nizza di questa stagione. Il corridore francese tirò per tutto il finale portandosi dietro i due compagni e staccando di prepotenza il resto del gruppo.

A volte però è ancora più semplice decidere l’ordine di arrivo, accontentando tutti. Come nella recente doppietta della formazione olandese firmata da Primoz Roglic e Jonas Vingegaard. Nell’ultima tappa del Giro del Delfinato a Plateau de Salaison dimostrarono il netto gap in salita rispetto a tutti gli altri avversari, con il danese che andò a conquistare la tappa e lo sloveno la classifica generale.