Con Gianmarco Garofoli, Marco Frigo e Alessio Martinelli fuori dai giochi, gli italiani che potranno ambire alla classifica generale del Giro d’Italia Under 23 si contano sulle dita di una mano. C’è Davide Piganzoli della Eolo-Kometa, Mattia Petrucci della Colpack e Simone Raccani della Zalf. Marino Amadori non ci ha girato troppo intorno e intervistato da quibicisport.it è andato dritto al punto: «Da loro tre mi aspetto molto anche in ottica Avenir e nazionale».
La Zalf di Faresin, squadra che ha dominato la prima parte di stagione del Prestigio Bicisport, avrà al via della corsa rosa una formazione davvero competitiva su tutti i terreni. È chiaro però che con Raccani le ambizioni crescono e non poco. Ha vinto a Monte Urano, si è piazzato nelle classiche internazionali e ha chiuso undicesimo in classifica generale al Giro di Sicilia dei professionisti.
Simone, una prima parte di stagione buona che ti lancia verso il Giro…
«Sì sono partito esattamente come volevo, anche se qualche vittoria in più non mi sarebbe dispiaciuta. La condizione c’è sempre stata e a differenza degli scorsi anni non ho avuto particolari intoppi. A Monte Urano ho vinto davanti a corridori come Lucca, Belleri e Verza, che hanno molta esperienza. Lucca ha vinto all’Adriatica Ionica tra i professionisti».
Anche tu in Sicilia sei andato bene, che esperienza è stata?
«Un’esperienza molto importante per capire come funzionano le gare dei professionisti. C’è molto più controllo: le squadre più grandi si mettono in testa e decidono l’andatura, poi nel finale si apre il gas. Sono riuscito a stare sempre con i migliori nelle tappe mosse poi sull’Etna ho cercato di difendermi e salire su del mio passo».
Quindi al Giro come ci arrivi?
«Bene e con grandi ambizioni. Le corse a tappe mi piacciono, credo di andare abbastanza bene in salita ed essere dotato di un buon recupero. Certo in una settimana può succedere di tutto, bisognerà stare attenti nelle tappe più semplici altimetricamente e stare fuori dai guai».
Avrete una squadra molto completa…
«Siamo forti, non c’è dubbio, e anche molto motivati da questa prima parte di stagione ottima. Guzzo che ha già vinto molto andrà sicuramente alla ricerca di un successo di tappa, ma avremo anche Bruttomesso per le volate, Guerra per le fughe e De Pretto per le volate ristrette. Io curerò la generale».
La concorrenza è agguerrita…
«La FDJ ha potenzialmente quattro capitani, ma non mi fermerei a loro. C’è Van Eetvelt che ha vinto la Corsa della Pace e secondo me può giocarsi quanto meno il podio».
Hai già visto il percorso? Sei andato in ricognizione su qualche salita?
«È un percorso molto duro, anche se quest’anno ci saranno “solo” sette tappe. La terza e la sesta sono le più impegnative: il Fauniera deciderà la classifica generale perché è una salita dove non ci si potrà nascondere. Non sono andato in ricognizione, ma ho studiato molto bene altimetrie e planimetrie».
Amadori ti seguirà in ottica Avenir. Hai già parlato con lui?
«Sì, mi è capitato di parlare con il cittì in varie occasioni. Chiaramente chi esce bene dal Giro sarà attenzionato per gli appuntamenti con la nazionale, ma sta a me dimostrare di valere la maglia azzurra per l’Avenir. Non è motivo di pressione, tutt’altro…»
E al professionismo ci stai pensando?
«Sinceramente ancora no. Quello è il mio obiettivo, ma non è un’ossessione al momento. Sono un terzo anno e vale lo stesso discorso della nazionale: devo pensare alle corse, perché saranno quelle a farmi passare professionista se sarò capace di essere protagonista».