GIRO D’ITALIA / Luca Scinto contromano: «Non sono più così sicuro di Carapaz. Hindley ha due carte da giocare. Landa una sola. Peccato per Affini»

Giro d'Italia
I quattro fuggitivi della 18ª tappa del Giro d'Italia (foto: LaPresse)
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Doveva essere una tappa di “trasferimento” invece si è rivelata una tappa durissima al Giro, corsa ad altissima velocità e con la tensione di un inseguimento che non è andato a buon fine. «Le energie sono quelle che sono e, come spesso succede nella terza settimana, le fughe possono anche arrivare – considera ScintoNon c’è brillantezza e la dimostrazione viene da fatto che il gruppo si è spezzato in pianura: con l’alta velocità anche tenere le ruote richiede fatica».

Ha vinto De Bondt.

«Il più forte. Mi dispiace per Affini che ha lavorato tanto e si è confermato un corridore di alto livello. E’ andato bene anche Gabburo. Lo si vede spesso in fuga e prima o poi troverà anche lui la vittoria che merita».

Avrà un peso questa tappa che alla fine è costata qualcosa a tutti?

«Certamente adesso si scava tra le energie rimaste. Non è un caso che i possibili vincitori di un grande Giro non siano molti. La resistenza sulla terza settimana è quella che fa la differenza».

Intanto Almeida non c’è più.

«Mi dispiace. E’ sempre brutto quando un corridore che ha fatto tanta fatica è costretto a ritirarsi, ma penso che ormai fosse fuori dalla lotta per la vittoria del Giro e, forse, anche per il podio».

Cosa succede domani?

«Mi aspetto uno sfracello dalla Bora. Devono fare quello che hanno fatto a Genova. Attaccare fin dal mattino per isolare Carapaz. Non so come stanno i corridori ed è facile parlare dal mio divano di casa, ma Hindley ha due carte da giocare».

Quali?

«O prima lo isola e poi lo attacca sulle montagne oppure si mette a ruota e aspetta di giocarsi tutto nella cronometro».

Tu cosa faresti?

«Io proverei ad attaccarlo in montagna. Non aspetterei l’ultimo giorno con tutti gli imprevisti che sono collegati. Fino a qualche giorno fa ero sicuro della vittoria di Carapaz, oggi lo sono meno. Sia la squadra, sia lui non mi sembrano avere la forza e la sicurezza che mi aspettavo. Secondo me sono attaccabili. E Hindley se ha gambe e coraggio può farcela».

E Landa?

«Landa ha una carta sola da giocare».

Quale?

«Con la squadra che ha, io manderei via qualcuno al mattino e poi, non sull’ultima salita, attaccherei. Lui può vincere il Giro d’Italia solo se riesce a far saltare il banco. Io ci proverei, ormai di piazzamenti ne ha collezionati tanti. Giocherei il tutto per tutto. Ovviamente, ripeto, io parlo dal divano. Non conosco le sue condizioni. Però ha una squadra forte ed una volta nella vita devi capire che per vincere devi anche saper rischiare di perdere tutto».