GIRO D’ITALIA / Luca Scinto contromano: «Nibali si goda la famiglia e resti nel ciclismo ma non faccia il tecnico: non sarebbe all’altezza del suo nome»

Scinto
Vincenzo Nibali, Luca Scinto e Giovanni Visconti ai mondiali U23 di Hamilton nel 2003
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Non si può non parlare di Vincenzo Nibali che al termine della tappa conclusa nella sua Messina, ha comunicato che a fine stagione appenderà la bici al chiodo e Luca Scinto sul campione siciliano di ricordi e aneddoti ne ha bizzeffe. Gli vengono fuori a fiotti e trattenerlo è praticamente impossibile…

«Ricordo Vincenzo quando era ancora dilettante: lui nella Mastromarco, io a guidare i ragazzi del “Monte” di San Baronto con Visconti capitano. Che battaglie ragazzi tra lui e Giovanni, che bella, sana, rivalità che c’era tra di loro. Si sarebbero scannati e ogni corsa era un duello all’ultimo sangue. Il primo ricordo che mi torna in mente? A Ponsacco Nibali mi fece saltare tutta la squadra: andò in fuga da solo e noi dietro a tirare ma non ci fu verso di andarlo a prendere. Che rabbia quel giorno, ma che numero che fece».

Ricordi, aneddoti, storie si corsa e di carovana che riaffiorano ma anche un giudizio e un consiglio.

«A Vincenzo auguro di godersi la famiglia, la bimba e i genitori perché certi momenti poi non tornano più. E poi gli consiglio di restare nel ciclismo magari come testimonial o uomo immagine ma non come direttore sportivo. La mia idea infatti è che un campionissimo non sarà mai un grande tecnico dell’ammiraglia».

Addirittura? Perché?

«Perché per fare il diesse e per essere un bravo tecnico devi aver fatto “fatica”, devi aver sgobbato come un somaro per ottenere qualcosa. Ai grandi fenomeni molte cose vengono naturali proprio perché hanno avuto da madre natura un dono speciale e quindi, una volta diventati dei tecnici, non possono capire e quindi trasmettere ai corridori “normali” certi comportamenti e certe strategie che a loro venivano naturali. Beh, non so se ho reso l’idea perché forse è qualcosa di complicato da esprimere e da far capire ma io l’ho sempre pensata così e il caro Vincenzo non me ne voglia».