GIRO D’ITALIA / I verdetti di Beppe Conti: «Mi aspettavo le difficoltà di Dumoulin, non quelle di Nibali»

Nibali
Vincenzo Nibali alla partenza della quarta tappa del Giro d'Italia 2022 (foto: LaPresse)
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Pur senza regalare particolari emozioni, la tappa dell’Etna ha lasciato il segno sulla classifica generale del Giro. La frazione se l’è aggiudicata Kämna, talento cristallino, mentre la maglia rosa è passata sulle giovani spalle di Juan Pedro López, ventiquattrenne scalatore spagnolo considerato un bel prospetto da dilettante ma fino ad oggi ancora inespresso tra i professionisti.

Nessuno scontro tra i leader più attesi, ma dal drappello dei migliori hanno comunque perso contatto diversi pesci grossi: Pozzovivo a 19”, Foss, Nibali e Fortunato a 2’15”, Mollema a 2’24”, Dumoulin a 6’33”. Ritirato, invece, Miguel Angel Lopez nelle prime battute di gara.

Beppe, avevi scommesso su Nibali, ma purtroppo ha vissuto una giornata difficile.

«Sì, non me l’aspettavo, nel suo entourage c’era molta fiducia e aveva disputato una buona cronometro. Purtroppo il tempo passa per tutti: alla sua età soffriva anche Coppi, mentre Hinault e Merckx s’erano già ritirati. E’ sempre stato molto generoso e ha affrontato una marea di grandi corse a tappe, logorandosi. Un corridore che vince il Tour e la Sanremo merita assolutamente l’onore delle armi».

Alla luce dei fatti, il ritardo accumulato e il ritiro di Miguel Angel Lopez, in che direzione va il suo Giro?

«La speranza è che col passare dei giorni la sua forma migliori fino al punto di permettergli di conquistare una bella tappa di montagna. Se la meriterebbe. Mi auguro che non si trascini troppo, che chiuda bene la carriera e che possa rimanere nel mondo del ciclismo con un ruolo o un progetto di primo piano».

Poco da dire sul crollo di Dumoulin: hai sempre sostenuto che la sua candidatura alla maglia rosa non ti convinceva.

«Purtroppo non mi ha stupito. Ed è un peccato, perché il Dumoulin di qualche anno fa era un signor corridore, ma evidentemente parlando di corse a tappe in lui s’è inceppato qualcosa. Discorso diverso, ma non mi stuzzicava nemmeno Lopez: lo vedevo pericoloso soltanto per qualche vittoria di giornata. Certo che per l’Astana è stata una giornata nera».

Pozzovivo ha perso 20” dai migliori, Fortunato invece è arrivato insieme a Nibali. Il migliore dei nostri si conferma Ciccone.

«Come dicevo nei giorni scorsi, Fortunato mi pare ancora acerbo per pensare alla classifica generale del Giro e rimango convinto che dovrebbe puntare a qualche frazione e alla maglia degli scalatori. Ciccone, invece, pur non facendosi vedere è rimasto coi migliori: buon segnale, soprattutto pensando ai prossimi giorni».

Nei giorni scorsi avevi pronosticato battaglia sull’Etna, invece non si è mosso nessuno. Quali sono i valori in campo?

«Pur non essendo ancora al massimo della forma, Carapaz e la Ineos hanno dimostrato di essere i fari della corsa: non i padroni, almeno per ora. Yates si è nascosto bene, nella cronometro ha sfoggiato una gamba invidiabile, ma la sua squadra non può lottare ad armi pari contro quella britannica. L’ecuadoriano rimane il favorito, così come si diceva alla vigilia».