Liegi Under 23, il percorso: clamorosa l’assenza di squadre italiane

L'arrivo trionfale di Leo Hayter alla Liegi Under 23 del 2021 (foto: Directvelo / Freddy Guerin)
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Prima di ritornare in Veneto per schierarsi al via del Giro del Belvedere e del Palio del Recioto (a proposito, bentornato), una buona parte del gruppo dilettantistico internazionale si affronterà domani sulle côtés della 36ª edizione della Liegi Under 23, nota come Liegi-Bastogne-Liegi Espoirs.

La corsa nacque nel 1986. Quell’anno vinse Frans Maassen, che poi tra i professionisti avrebbe vinto una tappa al Tour e un’Amstel Gold Race salendo sul podio di una Sanremo e di un Fiandre. Soltanto la pandemia nel 2020 ha interrotto una storia fino a quel momento immacolata. Due le doppiette, entrambe consecutive: Belohvoščiks tra il 1995 e il 1996 e Valgren tra il 2012 e il 2013.

Liegi Under 23, percorso e favoriti

In trentasei anni, l’unico italiano a salire sul podio è stato Andrea Bagioli nel 2018: correva per la Colpack e lo batté Joao Almeida, uno dei vincitori più illustri nella storia della gara. Infatti, scorrendo l’albo d’oro, ci si accorge che non sempre la Liegi-Bastogne-Liegi Espoirs è garanzia di un avvenire radioso. In più d’una occasione, specialmente nel primo decennio di vita, è stata vinta da corridori che poi avrebbero recitato da autentici carneadi: Raekers, Derix, Mathy, Bottelberghe, Herinne, Eudeline, Janssens. Altre volte, invece, se la sono aggiudicata dei talenti che nella massima categoria si sarebbero affermati soltanto parzialmente: Belohvoščiks e Valgren, appunto, ma anche Van Goolen, Samojlau, Reus, Bole, Van der Sande. Forse avrebbe potuto invertire questa tendenza Bjorg Lambrecht, trionfatore nel 2017, se un incidente al Giro di Polonia del 2019 non se lo fosse portato via.

Clamorosa l’assenza delle italiane: Bardiani e Colpack non invitate

Al via ci sarà la maggioranza delle formazioni dilettantistiche più forti, compresi ovviamente i vivai: Bingoal, Lotto Soudal, Groupama-Fdj, Dsm, Jumbo-Visma, Uno X, Israel. Stona l’assenza di formazioni italiane. Marino Amadori, viste le richieste avanzate da Colpack e Bardiani, aveva rinunciato ad organizzare la trasferta belga proprio per non togliere un posto ad una delle nostre realtà. Peccato che le due candidature siano state bellamente rigettate. Un trattamento ingeneroso: più nei confronti della Colpack, che lo scorso anno ha conquistato Piva, Belvedere, Liberazione, Giro e mondiale, che non in quelli della Bardiani, che tra gli Under 23 deve comunque ancora marcare il territorio e guadagnarsi una posizione.

Lo scorso anno alla Liegi Under 23 vinse in solitaria Leo Hayter, fratello minore dell’Ethan promettente professionista della Ineos, che scappò sulla Redoute dopo essere stato uno dei promotori dell’azione decisiva nata praticamente nella prima ora di gara. Questo significa che c’è lo spazio e il terreno per provarci e per sorprendere. A maggior ragione tra gli Under 23, dove spesso e volentieri mancano le squadre in grado di gestire e amministrare l’andamento della corsa. I chilometri in programma sono 174,8, undici invece le salite riconosciute come côtés. La prima, la Saint-Roch, dopo 42,2 chilometri; l’ultima, la Bolland, a seimila metri dal traguardo. Nel mezzo: Houffalize, Wanne, Stockeu (pendenza media di poco inferiore al 10 per cento), Haute Levee, Rosier, Vecquee, Redoute (media intorno al 7, massima del 22), Nessonvaux, Jose. Quelle non segnalate, ma che rimarranno comunque nelle gambe, non si contano nemmeno.