Nibali si racconta: «Il Covid viene sottovalutato, avevo problemi a respirare. Torno al Giro di Sicilia, poi le Ardenne. Colbrelli? Gli ho scritto di godersi la famiglia»

Nibali
Vincenzo Nibali alla Volta Valenciana
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Si sta allenando in Spagna, sul Teide, per dimenticare un inizio di stagione negativo tra Covid e bronchite e ripartire come solo il vero Vincenzo Nibali sa fare. In un’intervista al Corriere della Sera, il siciliano dell’Astana-Qazaqstan ha avuto modo di parlare delle difficoltà di questi primi mesi, mettendo un punto proprio sul Covid, spesso sottovalutato per il corpo di un atleta. Il campione siciliano ha superato il Covid senza avere difficoltà, ma una volta guarito, quando è tornato a allenarsi, ha contratto una tonsillite acuta. Un inconveniente che lo ha costretto a stare fermo addirittura per venti giorni, azzerando in pratica la preparazione svolta fino a quel momento.

«Ho contratto il Covid a febbraio e mi sono curato a casa senza problemi appartenti. A contagio concluso, dopo essere risalito in bici, il tracollo: una notte sono stato così male che ho detto a mia moglie di chiamare l’ambulanza. Deliravo. I problemi alle vie respiratorie sono durati giorni e giorni, mi sentivo uno straccio».

Da qui, spiega Nibali, derivano anche tutti gli assenti in gruppo che abbiamo visto dalla Milano-Sanremo in poi. Vincenzo ha preferito correre solo la Coppi e Bartali prima di andare in altura. Voleva recuperare bene, anche se si trova in grande ritardo rispetto ai programmi predefiniti.

«Correrò le quattro tappe del Giro di Sicilia, poi Freccia Vallone e Liegi, prima del volo per Budapest dove ci sarà la Grande Partenza del Giro d’Italia. Negli anni ho imparato a fare buon viso a cattivo gioco: devi cavartela con quello che hai. Ma sono felice quest’anno la corsa rosa passerà dalla mia regione, anche se bisogna fare ancora molto per pedalare in sicurezza su quelle strade. Dieci giorni fa a Taormina un gruppo di 15 ciclisti (tra loro anche mio padre) è stato falciato da una macchina. Lui era in testa ed è rimasto illeso, sette sono finiti all’ospedale, uno è grave. Mi allenerò a Messina fino a Pasqua ma raddoppiando le attenzioni».

Nibali su Pogacar, Colbrelli e il ritiro

C’è spazio tra le pagine del Corriere di parlare anche del fuoriclasse Tadej Pogacar, un corridore a cui sembra venirgli davvero tutto facile. «E standogli a fianco ancora di più. Non ho mai visto un corridore così dotato e rilassato in gara. Mi ricorda me agli inizi, quando tutto veniva facilissimo. Poi sono entrato in crisi dopo la vittoria del Tour 2014, quando ho iniziato a soffrire la pressione esterna».

Da Pogacar a Colbrelli, costretto a fermarsi per un arresto cardiaco in corsa e ora a rischio chiusura della carriera. «Gli ho scritto di godersi la famiglia, che per noi ciclisti è sempre lontana. Per pensare al ciclismo ha tempo».

E Nibali pensa ancora al ciclismo? Si diceva che sarebbe stata la sua ultima stagione, ma Vincenzo ha sempre voluto glissare sull’argomento. «Non rispondo mai, perché non so cosa rispondere. Anzi, non so cosa fare. Non riesco a pianificare il mio ritiro, come fanno altri atleti».