Il punto con Rossato sul progetto giovani Bardiani: «Stiamo crescendo. Al Piva puntiamo al bersaglio grosso con Marcellusi»

Marcellusi
Martin Marcellusi della Bardiani CSF Faizané
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Quando qualche mese fa la Bardiani annunciava il proprio progetto Under 23, non poche squadre dilettantistiche hanno storto il naso. Ora, anche se siamo solo all’inizio, tutti si stanno abituando a vedere le loro maglie verdi in gruppo, nonostante in queste prime uscite abbiano raccolto molto poco. Con Mirko Rossato, che si sta occupando in prima persona del progetto dei Reverberi, proviamo a fare il punto della situazione.

Rossato, che inizio è stato?

«Considerando le circostanze direi neppure troppo male. Abbiamo vinto in Turchia con Martinelli, poi un periodo di leggera flessione anche per motivi non legati strettamente a noi».

Ovvero?

«Beh, come potete vedere anche in altre squadre sono tanti i corridori rimasti fermi per bronchiti varie, influenza o malanni di altro genere. Per esempio proprio Martinelli, che ha iniziato forte, è stato costretto a stare a casa. Siamo partiti spesso con tre o quattro uomini. A San Vendemiano per esempio abbiamo fatto il massimo…»

Ottavi con Marcellusi…

«Si abbiamo fatto la corsa per lui, lavorando con Tolio e Pinarello per provare a ricucire il gap che si era creato con Guzzo e gli altri due inseguitori. C’erano squadre più attrezzate di noi, visto che eravamo solo in quattro, eppure volevamo essere protagonisti correndo davanti. Non siamo riusciti e ci siamo giocati la volata per il quinto posto. Non è andata un granché ma ci riproveremo».

Domenica al Piva che squadra avete?

«Correremo con Martinelli che torna dalla bronchite, Marcellusi, Tolio, Pinarello e Pellizzari. Quest’ultimo ha avuto il Covid e sarà al rientro alle corse dopo aver contratto il virus».

Sarà ancora Marcellusi il vostro capitano?

«Sì, è il nostro atleta più esperto insieme a Tolio. Due ragazzi classe 2000 che hanno trascorso tre anni tra gli Under 23 e che si sono fatti le ossa. Non a caso sono quelli che hanno corso anche con i professionisti. Martin ha fatto la Milano-Torino, Alex invece si è concentrato sulla Coppi e Bartali e la Strade Bianche».

I due giovanissimi Pellizzari e Pinarello per correre con voi hanno dovuto superare parecchi cavilli burocratici…

«Quando insieme a Roberto Reverberi abbiamo deciso di ingaggiarli, sinceramente non pensavamo ci fossero tutti questi problemi. La Federazione era preoccupata per la loro crescita, ma come tutti possono vedere noi li stiamo facendo correre in gare adatte a loro. Sono stati in Croazia e alle due gare del Prestigio».

Anche con Iker Bonillo ci sono stati questi problemi?

«No, la Spagna non prevede certe regole, eppure Bonillo ha la stessa età di Pellizzari e Pinarello. Assurdo che due corridori come loro hanno dovuto cambiare residenza per passare nella nostra squadra».

In gruppo come vi hanno accolto? Molti erano contrari al vostro progetto…

«Non capisco la loro contrarietà. Non facciamo nulla in più o in meno rispetto agli squadroni World Tour che hanno le formazione Development. Anzi, noi non abbiamo quella struttura che hanno per esempio la Dsm, la Uno-X o la Jumbo, siamo pur sempre una Professional. L’unica cosa che facciamo è fare un contratto da pro’ ai ragazzi, pagandoli un po’ di più. Ma non mi sembra una tragedia tutelare i corridori…»