L’obiettivo di Bonaldo? Vincere quattro gare e passare nel World Tour: «Amo il Nord e mi ispiro a Boonen»

Kevin Bonaldo in azione nel 2021. Quest'anno è atteso al salto di qualità. (foto: Qhubeka)
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Kevin Bonaldo è uno dei dilettanti più interessanti del panorama ciclistico italiano. Veneto, di Bassano del Grappa, sembra racchiudere lo spirito tipico di quella terra: duro lavoro e sacrificio. Proprio questi elementi gli hanno consentito di passare lo scorso anno dalla Zalf alla team continental della Qhubeka. Dopo un periodo di ambientamento gli si chiede nel 2022 un salto di qualità, così da poter varcare la soglia del professionismo. Lui però non teme la pressione ed anzi rilancia con un sogno: «Mi piacciono molto le classiche. Vorrei vincere il Giro delle Fiandre e la Milano-Sanremo».

La storia di Bonaldo nel mondo del ciclismo inizia però da molto lontano. «Ho iniziato ad andare in bici nella categoria dei G1. Le giovanili le ho passate fra Giorgione e Bassano del Grappa, fino a quando non sono entrato nel mondo dei dilettanti con la Zalf. Ho corso due stagioni lì e dall’anno scorso sono alla Qhubeka».

La realtà della squadra veneta, un esempio di professionalità, ha permesso al giovane corridore di muoversi in un ambiente vicino a casa, come lui stesso sottolinea. Nel 2021 ha cercato tuttavia il cambio di formazione, trovandosi in un contesto molto diverso.

«Alla Qhubeka, con sede a Lucca, molte volte sono stato via da casa almeno venti giorni per curare diversi dettagli. Grazie a questo sono diventato molto più autonomo e sono cresciuto mentalmente. Qui vengo trattato come se fossi un professionista. Sento quotidianamente i miei allenatori, do loro i miei feedback e di conseguenza valutiamo come impostare il lavoro».

La prima stagione con la nuova squadra è stata l’occasione per migliorare ulteriormente le proprie caratteristiche. Bonaldo si definisce infatti come un velocista che ha nelle corde anche la capacità di reggere salite di circa quindici minuti. Così ha deciso di investire parecchio tempo in allenamenti divisi fra palestra ed altura. La capacità di saper resistere a sforzi prolungati anche quando la strada inizia a salire porta ad un’altra considerazione.

«Quando mi sento proprio bene riesco a resistere su salite anche più dure rispetto alla media dei velocisti e questo mi permette di potermi giocare le volate in gruppi ristretti da trenta o quaranta corridori. Ho uno spunto parecchio veloce e grazie al mio lavoro in palestra sento di poter dire la mia anche in volate di gruppo».

Il 2022 deve essere però l’anno della consacrazione fra gli Under 23. Il calendario è ricco di gare, le occasioni non mancano. Quali sono gli obiettivi di Bonaldo?

«Prima di tutto le classiche di marzo e aprile, dove potremo misurarci anche con alcuni professionisti. Punterò probabilmente al Gran Premio di Arzano e al Memorial Alfredo Martini. A maggio programmerò il Giro, un appuntamento a cui tengo molto. Mi sono posto l’obiettivo di vincere almeno quattro gare, così da poter passare professionista in una squadra World Tour».

I paragoni sono ad ora azzardati, ma nulla vieta di sognare e di rivedersi nelle caratteristiche di diversi campioni. A tal proposito Bonaldo ricorda: «Ora come ora, corridori ai quali sento di somigliare e dai quali prendo esempio sono Mads Pedersen e Jasper Stuyven. Hanno uno spunto veloce, ma riescono a tenere bene anche in salita».

Esempi che portano a pensare ad alcune tipologie di corse in particolare: le classiche del Nord. Proprio nel parlare di queste corse Bonaldo si emoziona, parla di un mostro sacro e svela un sogno.

«Mi piacciono le classiche. L’atmosfera che si respira al Nord è un qualcosa di unico. Il pubblico, il percorso e il clima non si ritrovano in nessun altro luogo. Adoro l’insieme di elementi che si combinano. Sono corse dove non puoi nasconderti, se ne hai vai più degli altri, altrimenti sono gli altri che ti staccano. Da junior ho corso un Fiandre e mi sono innamorato di quella corsa. Sogno di poterla vincere un giorno. Vorrei emulare le gesta di Tom Boonen, un corridore a cui ho sempre guardato con ammirazione per la sua tenacia e il suo spunto veloce».

L’elemento mitico, quasi leggendario del Fiandre sembra veramente toccare nel profondo questo ragazzo. I suoi occhi si illuminano mentre ne parla. Non solo il Nord, però, nei sogni di Bonaldo. La Milano-Sanremo è un altro grande obiettivo. Per arrivare a questi traguardi la strada è lunga.

«Sono consapevole di quanto la strada sia lunga e dura. Sto lavorando giorno dopo giorno per migliorarmi su ogni aspetto. Alimentazione, respirazione e programmazione mirata sono solo alcuni tratti che sento di aver sviluppato sensibilmente. Sento che il programma che sto seguendo alla Qhubeka si adatta molto alle mie ambizioni e per qualsiasi necessità ho sempre allenatori e staff pronti a supportarmi».

La realtà che circonda Kevin Bonaldo non è però solo quella del ciclismo inteso come impegno agonistico. L’occasione per una sgambata è sempre ben accetta ed i compagni non mancano.

«Qualche volta esco a pedalare con Battistella e Marchiori. Ci troviamo bene e parliamo di vari argomenti, su tutti la differenza fra il mondo dei dilettanti e quello dei professionisti».

Giovane velocista ma anche ragazzo umile e con la testa sulle spalle. Quando non impegnato nell’attività sportiva, Bonaldo lavora per la ditta di impresa edile di famiglia. Costruire un futuro in sella e uno a ruote ferme. Il tempo libero ama spenderlo con la propria ragazza. Il tempo per lo svago è così davvero poco, ma Kevin è sicuro della propria scelta e desideroso di mettersi in mostra in questo 2022.