Ma Amadio ha ancora la speranza che in Argentina si possa correre

Amadio
Roberto Amadio alla Vuelta a San Juan 2020.
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Non è ancora detta l’ultima parola, ma l’effettuazione della Vuelta San Juan, in Argentina, è a forte rischio. In realtà la regione in cui si svolge la corsa ha un livello di emergenza abbastanza contenuto, ma la gravità della situazione a Buenos Aires e a Cordoba, sta spingendo le autorità nazionali a vietare ogni tipo di manifestazione, sportiva e non, che comporti assembramenti importanti.

Il governatore della Regione, grande sostenitore dell’evento, sta lottando per riuscire a confermare quello che in Argentina è diventato uno degli eventi sportivi internazionali di maggior rilievo, ma ovviamente alla fine dovrà arrendersi alle decisioni del governo centrale.

Roberto Amadio, gran referente in Europa della manifestazione, confessa di avere ancora una speranza, per quanto flebile, che l’evento possa essere confermato, ma anche lui è costretto ad aspettare le decisioni governative. «Avevamo preparato tutto – racconta – molti campioni avevano già dato la loro adesione e c’era la fondata speranza di poter fare un’edizione più “normale” di quella del 2020. Purtroppo c’è stata una nuova ondata che ha spaventato le autorità e noi ora stiamo aspettando le decisioni che verranno adottate».

Le stesse formazioni sono molto attente agli sviluppi della situazione perché per molti corridori la cancellazione della corsa significherebbe riprogrammare l’avvio di stagione con tutte le complicazioni che questo comporterebbe. D’altra parte la protezione della salute degli atleti è ormai diventata una priorità assoluta. Le “bolle” di protezione sono sempre più severe con la speranza che quanto prima si possa tornare alla normalità.