Trainini: «Non mi pento della mia scelta di passare professionista così giovane. Seguirò le mie tappe in maglia Bardiani»

Trainini
Tomas Trainini in allenamento con la maglia della Bardiani
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In un ciclismo che corre sempre più veloce non è raro vedere ragazzi poco più che adolescenti passare direttamente professionisti senza passare effettivamente dagli Under 23. È il caso, per esempio, del “nostro” Tomas Trainini che lo scorso inverno ha firmato con la Bardiani un contratto di tre anni.

Il primo anno nel mondo dei grandi per Tomas non è andato come ci si poteva aspettare. Alcuni problemi fisici lo hanno rallentato, tanto che Marino Amadori e altri addetti ai lavori hanno giudicato un po’ troppo “affrettato” il suo passaggio tra i pro’. Ne parliamo con il diretto interessato…

Tomas, come rispondi?

«Che non me ne pento. So che l’anno non è andato benissimo, ma con la Bardiani ho un progetto a lungo termine che scade alla fine del 2023. Non ho fretta e la squadra non mi mette particolari pressioni».

Quindi rifaresti questa scelta…

«Assolutamente. Con l’aiuto dei Carera, ho trovato un accordo con Bruno e Roberto Reverberi e fin da subito mi sono trovato bene. L’obiettivo è ancora oggi quello di farmi crescere con calma, facendo ogni anno qualcosa in più. Il bilancio andrà fatto più avanti».

Quest’anno cosa non ha funzionato?

«Ero partito abbastanza bene, la condizione era buona e potevo fare una prima parte di stagione interessanti. Poi ho avuto dei problemi al ginocchio, una sorta di tendinite. Tra ortopedici e giri vari ho perso due mesi e mezzo, quelli più importante».

Entrerai a far parte del nuovo progetto giovani della Bardiani?

«Sì, alternerò corse tra i professionisti a corse Under 23. L’idea era quella di far partire il progetto lo scorso anno, poi è stato rimandato».

Hai sentito molto la differenza nel passaggio di categoria?

«Mentirei se ti dicessi di no. Nel 2020 mi sono dedicato principalmente alla pista e su strada non ho praticamente corso. Quindi entrare nel mondo dei professionisti non è stato semplice».

Sotto quale aspetto?

«Sicuramente il livello degli allenamenti e delle corse, che si è alzato molto. Ma anche il fatto che adesso il ciclismo è diventato un lavoro a tutti gli effetti, non più solo un divertimento».

Dalla prossima stagione cosa ti aspetti quindi?

«Mi piacerebbe continuare a crescere e iniziare a mettermi degli obiettivi. Già non avere problemi fisici sarebbe molto importante, soprattutto per il morale».

Tu sei un corridore dall’ottimo spunto veloce e quest’anno in squadra arriva Modolo. Quanto sarà importante per te avere una figura di riferimento come Sacha?

«Molto. Sacha è stato uno dei velocisti più vincenti dello scorso decennio e torna in Bardiani con un doppio ruolo, quello di mettersi in proprio e quello di fare da chioccia ai più giovani. Spero di poter imparare molto da lui, così come imparo da Battaglin, Visconti, Tonelli e tutti gli altri…»