La nuova sfida di Toneatti, dal cross alla strada: «All’Astana Development un progetto importante»

Toneatti
Davide Toneatti agli Europei di ciclocross a Tabor (foto: UEC/Bettini)
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«Una nuova sfida», vuole chiamarla così Davide Toneatti, nuovo acquisto dell’Astana Development. Classe 2001, il friulano si è da sempre occupato di Mountain Bike e Ciclocross, lasciando da parte la bici da strada. L’idea di testarsi anche su asfalto gli frullava già da un po’ di mesi e quando gli si è presentata l’occasione non ci ha pensato due volte. «Perché non provarci?»

Insieme a Gianmarco Garofoli, Toneatti sarà l’unico italiano di una nuova formazione che ha l’obiettivo di prendere parte alle più importanti prove Under 23 internazionali, dal Giro d’Italia di categoria fino alle grandi classiche come la Liegi Espoirs e il Piccolo Lombardia.

Davide, come si è presentata la possibilità di entrare a far parte del progetto giovani dell’Astana?

«Avevo questa idea di passare su strada già da fine estate. Ne ho parlato in giro per vedere che proposte ci fossero, ma tutto lo devo alla mia ragazza. Lei è seguita da Claudio Cucinotta, preparatore all’Astana, che, venendo a sapere del mio interesse, mi ha contattato».

E poi?

«Ho mandato test e valori in allenamento che hanno convinto Cucinotta e il resto dello staff Astana. Così abbiamo finalizzato il tutto. Il progetto Astana mi ha convinto fin dall’inizio, è il vivaio di una squadra WorldTour, quindi parliamo di qualcosa di importante».

Ma la strada ti è sempre piaciuta?

«Inizialmente non tanto. Mi era stato proposto di passare su strada dopo il 2° anno juniores, ma avevo paura a cambiare mondo e il ciclocross (insieme alla Mtb) è sempre stata la mia passione».

Quanto spesso usi la bici da strada?

«Abbastanza, circa due o tre volte a settimana. Ho imparato a scoprirla nel tempo ed è importante variare, anche quando sono nel pieno della stagione di ciclocross».

A proposito di cross. Tu ti unirai all’Astana solo a febbraio, prima c’è il fango da affrontare…

«Sì, sono partito già il mese scorso con le tre prove di Coppa del mondo negli Stati Uniti. Per me è stato il primo vero confronto a livello internazionale. Erano presenti i massimi interpreti della disciplina e già correre insieme a loro è stata un’esperienza importante».

Come ti sei trovato?

«È stata impegnativa, ma mi sono tolto alcune soddisfazioni. Arrivando lì già con una buona condizione sono riuscito a tenere testa a molti élite e mi sono trovato abbastanza bene su quei percorsi».

Anche su quello del mondiale a Fayetteville?

«Parliamo di un percorso duro dal punto di vista altimetrico. La salita centrale è nella prima parte pedalabile, ma poi si impenna. È lì che chi ha le gambe può fare la differenza. Senza dimenticare la scalinata che giro dopo giro si fa sentire sulle gambe. Non essendo un circuito tecnico si può improvvisare poco. Bisogna stare bene fisicamente, altrimenti si è tagliati fuori fin dall’inizio».

Si addice alle tue caratteristiche?

«Abbastanza. Forse l’avrei preferito più tecnico, ma è simile a un percorso mediamente duro in stile Mountain Bike».

Dove ti vedremo nelle prossime settimane?

«Ho rifiatato una settimana dopo le tante corse di inizio stagione. Ora sarò al via al Mastercross di Vittorio Veneto e il 5 dicembre a Genova. Poi spero davvero di essere convocato per la prova di Coppa in Val di Sole. È la gara di casa e mi piacerebbe esserci».