Silvia Zanardi si racconta: «Agli Europei di Trento la vittoria più bella. Mi ispiro alla Vos, ma tra strada e pista non saprei scegliere»

Zanardi
Silvia Zanardi agli Europei su Pista di Grenchen (foto: FCI)
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Nonostante una stagione lunghissima, culminata con la maglia di campionessa europea Under 23, Silvia Zanardi non si è potuta godere neppure un po’ di vacanze. «Ho staccato qualche giorno – ci dice – ma la convocazione per la nuova Champions League della pista mi ha portato a restare concentrata ancora per un po’».

Che la Zanardi avesse del talento lo avevamo capito già qualche anno fa. I successi in pista da juniores sia individualmente (titolo iridato nella corsa a punti) sia collettivamente (titolo iridato nel quartetto) l’avevano indicata come il futuro di questa specialità. Nel 2021 però la 21enne di Fiorenzuola d’Arda è andata oltre, ha iniziato a vincere anche su strada. E il titolo continentale a Trento ne è la prova più grande.

Ma non chiedetele quale specialità preferisce tra strada e pista, perché «è impossibile decidere. Con la pista ci sono nata, ma la strada ha un valore tutto particolare».

Almeno quale vittoria ti è rimasta più nel cuore ce lo dici?

«Forse ti direi proprio l’Europeo su strada. Il livello di considerazione è altissimo, anche per le ragazze al via. Dopo la gara non riuscivo più a smettere di piangere».

È cambiato qualcosa dopo quel successo?

«Non molto. Non sono una che si esalta troppo per carattere, cerco sempre di essere realista. Ho vinto una bellissima corsa, ma dal giorno dopo bisognava rimettersi in sella e allenarsi. Il ciclismo non perdona, non puoi mai adagiarti. Sicuramente mi ha dato più consapevolezza. So che impegnandomi posso raggiungere grandi risultati».

Hai iniziato a dare più considerazione alla strada?

«In realtà la strada l’ho sempre considerata, l’unica cosa è che la vittoria non voleva arrivare, pur essendoci andata vicino molte volte. Credo di essermi divisa bene tra le due discipline in questi anni e mi piacerebbe continuare così».

Quindi resti alla BePink per il prossimo anno?

«Sì, ho rinnovato con loro. Mi lasciano gli spazi giusti per essere competitiva sia su strada sia su pista. Sanno cosa vuol dire la doppia attività, mi capiscono e supportano. Non potevo chiedere di meglio al momento».

Quali potranno essere le tue corse su strada?

«Io sogno di diventare una mini-Marianne Vos, con le dovute differenze e il dovuto rispetto. Mi reputo veloce, ma tengo bene sugli strappi e le salite brevi. Quindi non sono una sprinter pura».

Torniamo alla pista. Hai partecipato alla Track Champions League, che ne pensi di questa novità?

«È davvero interessante, tutto votato allo spettacolo e alla dinamicità. Troviamo gare brevi ad alta intensità, lo scratch per esempio è di soli 5 chilometri mentre l’eliminazione è una delle discipline più seguite. Anche in televisione credo sia bello da vedere».

Dal punto di vista delle tue prestazioni com’è andata?

«Il primo appuntamento direi benino, sapevo di non stare al 100% perché dopo i mondiali di Roubaix ho staccato leggermente. Credo e spero di andare meglio nei prossimi “round”. Sono felice di essere stata convocata».