Il futuro della Valcar ha il nome di Eleonora Gasparrini: «Università, classiche del nord e il sogno di una tappa al Giro d’Italia»

Gasparrini
Eleonora Gasparrini in maglia Valcar-Travel&Service al Giro Rosa 2021 (foto: TwilaMuzzi)
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Quando alcuni giorni fa abbiamo chiesto a Davide Arzeni da chi sarebbe ripartita la Valcar-Travel&Service dopo gli addii di Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini, la risposta è stata quasi immediata. «Apriamo un nuovo ciclo. Chiara Consonni ed Eleonora Gasparrini sono i primi nomi che mi vengono in mente».

La prima è conosciuta al pubblico per i suoi successi su strada e su pista e per la crescita importante che la porterà ad essere la leader del gruppo nelle prossime stagioni. La seconda invece, vincitrice lo scorso anno del campionato europeo juniores, è ancora tutta da scoprire data la giovanissima età.

Incuriositi dalle parole di Arzeni ci siamo messi subito in contatto con Eleonora per scoprire di più su questa diciannovenne che ha conquistato fin da subito la fiducia della squadra. La sua stagione non è ancora finita, ma proviamo a tracciare anche un bilancio di questo primo anno tra le professioniste.

Eleonora, il tuo primo anno tra le “grandi” si sta per concludere. Che stagione è stata?

«È stato un anno molto impegnativo. La stagione è iniziata a febbraio e ancora non è finita, correrò due gare in Francia il prossimo 15 e 16 settembre. Diciamo che il salto dalle juniores alle professioniste l’ho sentito, ma non mi aspettavo di potermi togliere già qualche soddisfazione».

Per esempio?

«Sicuramente aver partecipato e aver concluso gare come il Brabante, la Liegi e anche il Giro d’Italia. Alla corsa rosa ho ottenuto anche un buon piazzamento nella tappa vinta dalla Wiebes. Credo di essere cresciuta ogni giorno di più e questo è motivo di soddisfazione, anche se resistere dieci giorni non è affatto semplice mentalmente e fisicamente».

Si parla tanto della categoria U23 per le ragazze, che ne pensi? Potrebbe essere una via intermedia per prepararsi al professionismo?

«Dipende da che punto di vista la si vuole vedere. Sicuramente, da una parte, aiuterebbe ad attutire il colpo e mantenere uno standard alto nei risultati, dall’altra però non ti saprei dire quanto sarei cresciuta se non avessi corso al fianco delle migliori al mondo nelle gare WorldTour. Già vedere come si comportano prima, durante e dopo le corse campionesse come Van Vleuten o Van Der Breggen è un insegnamento impareggiabile».

Eleonora Camilla Gasparrini della Valcar-Travel & Service in azione nella cronoscalata del Giro Rosa 2021 (foto: PMGSport/TommasoPelagalli/BettiniPhoto)

Hai preso parte a tutte le classiche del nord. Che idea ti sei fatta di quelle corse?

«Mi piacciono moltissimo. Si adattano alle mie caratteristiche perché ho un discreto spunto veloce e tengo bene sulle cotes e i muri. Avendole corse quasi tutte a inizio stagione sentivo che le altre avevano una marcia in più rispetto a me che ero alle mie prime esperienze tra le grandi. Ma l’esperienza fatta lì al nord non la fai da nessun’altra parte».

Qual è stato il momento più difficile della stagione?

«Penso il Giro delle Fiandre. È una gara brutale, senza respiro. Si è a tutta dal primo all’ultimo chilometro. In gara sentivo davvero di non farcela».

E il migliore?

«La fine del Giro d’Italia, quando mi sono detta “ce l’ho fatta”».

Dalla prossima stagione cosa ti aspetti?

«Mi piacerebbe continuare a crescere e migliorare sempre di più. Sono solo agli inizi della mia carriera e ho bisogno di prendere sempre più confidenza, lottare con le migliori e correre gare importanti. Poi aver finito la scuola superiore mi permetterà di dedicare più tempo agli allenamenti e alla preparazione fisica».

Continuerai con l’università?

«Si, mi sono iscritta a Scienze Motorie perché voglio avere una formazione che mi permette di applicare quello che studio alla vita da ciclista. Seguirò le lezioni da remoto, senza obblighi di frequenza, per concentrarmi sul ciclismo a tempo pieno».

La Valcar schierata al via della Tre Valli Varesine 2021 (credits: Flaviano Ossola).

Arzeni ha parlato di te come il futuro della Valcar, che effetto ti fanno le sue parole?

«Beh, da una parte c’è la soddisfazione di avere l’appoggio di Davide e del resto dello staff, per un’atleta è sempre importante sentire la fiducia della sua squadra. Allo stesso tempo le sue parole mi motivano. Sono uno stimolo a fare sempre di più e a migliorarmi per ripagare quella stima nei miei confronti».

Credi sia la squadra giusta per te?

«Assolutamente, non a caso ho firmato con la Valcar fino al 2023. Basta guardare il lavoro fatto con la Cavalli, la Balsamo e la Guazzini, che saranno nel prossimo anno nel WorldTour dopo essere passate di qua. Parliamo di una squadra che ti permette di crescere con calma in un ambiente quasi familiare. Sai, io sono ancora molto giovane e ho tanti anni davanti a me, alla Valcar vengo seguita sia come atleta sia come persona. Nelle squadre grandi il rischio di perdersi subito è grande».